I parenti lo danno per morto e organizzano la cremazione, ma lui aveva solo smarrito il cellulare
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I parenti lo danno per morto e organizzano la cremazione, ma lui aveva solo smarrito il cellulare

«È una storia grottesca che che non doveva accadere - dichiara all'Agi il sindaco Cosimo Piccione - perché qui si parla della vita di un uomo e delle conseguenze di una notizia così drammatica, ma non vera, che ha scosso una intera famiglia».

I parenti lo danno per morto e organizzano la cremazione, ma lui aveva solo smarrito il cellulare
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11 Gennaio 2023 - 10.58


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Un uomo di 64 anni di Sannicola, nel Salento, è stato dato per morto dai famigliari tanto che già avevano iniziato a predisporne la cremazione e il funerale. Peccato che Fulvio, questo il nome dell’uomo, fosse vivo e vegeto all’ospedale Fatebenefratelli e aveva semplicemente smarrito il cellulare.

L’incredibile errore è stato causato dalla comunicazione della questura del capoluogo lombardo al municipio del paese di residenza dell’uomo, tramite una Pec. Nel messaggio, infatti, si chiedeva di verificare se nel territorio di competenza risiedessero parenti dell’anziano di cui si rendeva noto il decesso, in modo da poter procedere al riconoscimento della salma. 

Il 64enne salentino era giunto a Milano per curare una malattia di cui soffre da tempo, ma da alcuni giorni non rispondeva più al cellulare. Da qui la preoccupazione dei parenti che hanno cercato di ottenere notizie in ogni modo contattando la questura, fino alla comunicazione via Pec, giunta in Comune, che ha gettato nello sconforto i famigliari.

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I famigliari avrebbero ricevuto solo il 9 gennaio scorso, dopo diversi giorni di richieste rimaste senza risposta, la notizia che l’uomo era vivo e che il contenuto della Pec, inviata il 4 gennaio al Comune di Sannicola, era da considerarsi errato. Prima di giungere alla conclusione che l’errore è stato commesso in questura, vi sarebbe stato, sempre secondo quanto ricostruito dal sindaco di Sannicola, un rimpallo di responsabilità tra polizia e ospedale. «È una storia grottesca che che non doveva accadere – dichiara all’Agi il sindaco Cosimo Piccione – perché qui si parla della vita di un uomo e delle conseguenze di una notizia così drammatica, ma non vera, che ha scosso una intera famiglia».

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