Joseph Ratzinger, il Papa più moderno della Storia che ebbe il coraggio di 'scendere dalla croce' (e nessuno capì)
Top

Joseph Ratzinger, il Papa più moderno della Storia che ebbe il coraggio di 'scendere dalla croce' (e nessuno capì)

In un mondo in cui nessuno e nessuna si dimette da posti di potere, un pontefice che abbandona il ruolo di capo di un miliardo di fedeli nel mondo, non può essere compreso.

Joseph Ratzinger, il Papa più moderno della Storia che ebbe il coraggio di 'scendere dalla croce' (e nessuno capì)
Papa Benedetto XVI
Preroll

Claudia Sarritzu Modifica articolo

31 Dicembre 2022 - 13.37


ATF

“Dalla croce non si scende”, parole del cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II che pur malato e ormai non più in grado di guidare la Chiesa restò ugualmente sul soglio di Pietro fino alla sua morte nell’aprile 2005. Il cardinale rilasciò questa dichiarazione appena venne diffusa la notizia della decisione di Benedetto XVI di lasciare il suo ruolo ormai troppo faticoso per lui.

Parole forti, la prima forse di tante considerazioni troppo severe che marchiarono il Papa teologo. Come Pietro da Morone, ossia Celestino V, che fece per viltade il gran rifiuto e Dante non perdonò. Siamo nel Canto III dell’Inferno, tra gli Ignavi perché l’uomo, voltando le spalle a Dio è egli stesso inferno. Più di sette secoli fa eppure nel 2013 non fummo più clementi con Benedetto. Non capimmo la modernità del suo gesto. Il coraggio di dire a Dio che lo aveva scelto (secondo l’immaginario cattolico, per guidare la Chiesa), no, grazie, scendo dalla Croce.

La sofferenza ci fa raggiungere la santità? Ma a chi giova un pontefice sofferente che non ha le energie per guidare il suo gregge? A nessuno e Benedetto, il meno empatico e comunicativo dei Papi recenti, lo aveva capito bene.

Ma il Papa razionale portò lo stesso una croce, quella dell’incompreso, del traditore della fede. In fondo il cattolicesimo non è che la glorificazione della sofferenza. Passare per la croce prima di raggiungere la beatitudine eterna. Arroganza o umanità? Presunzione o umiltà? Tradimento o fedeltà? Credenti e laici leggeranno il suo gesto in modo diverso. Unico fatto è che lui ha curvato la storia. E’ uscito dal binario e ha modernizzato una Istituzione che oggi, più di prima, è al servizio dei fedeli. Servire e non servirsene. Più moderno della Regina Elisabetta. Si dimise per lasciare il posto a chi meglio avrebbe fatto…

Soffrire per avvicinarsi a Cristo ha più senso oggi? O Cristo lo si serve meglio tentando di gioire e far gioire il prossimo per il dono della vita? La frase: “Beati gli ultimi perché saranno i primi” non la si deve interpretare forse come una Croce senza sé e senza ma. Non la interpretò così Joseph Ratzinger. Chi studia, chi si fa domande, chi come lui ha scelto di avere fede nonostante conoscesse più di qualunque Papa la Teologia, ha rispettato e accettato la sua fragilità e i suoi limiti.

E in Germania? Cala il gelo leggendo le parole del cancelliere tedesco Olaf Scholz che alla sua morte ha scritto “una figura di spicco della Chiesa cattolica” nonché “un abile teologo”, una “personalità controversa”.

C’è altro da aggiungere?

Native

Articoli correlati