Violentava la fidanzata in strada e poi postava i video sui social: arrestato
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Violentava la fidanzata in strada e poi postava i video sui social: arrestato

Il racconto di una ragazzina di 14 anni sottomessa agli abusi del fidanzato di 17: lui nega tutto. Entrambi erano dipendenti dai social

Violentava la fidanzata in strada e poi postava i video sui social: arrestato
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4 Settembre 2022 - 22.04


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Una storia terribile di violenza, abusi e dipendenza dai social. All’inizio era bravo, poi ha iniziato a diventare violento, era geloso e mi obbligava a non andare a scuola se no mi menava per gelosia”, inizia così il drammatico racconto che una ragazza di 14 anni a fine luglio ha fatto ai carabinieri di Prima Porta a Roma

La giovane era costretta da un 17enne a rapporti sessuali per strada che poi venivano postati online dal “fidanzato”, arrestato a metà agosto, dopo la denuncia e le indagini, per stalking, violenza sessuale e lesioni. Agli atti si legge anche dell'”aborto dei primi di luglio” e dei rapporti “che avvenivano anche per strada”. “Hanno entrambi una dipendenza maniacale dall’uso dei social”, ha spiegato l’avvocato del 17enne al quotidiano.

Mentre la 14enne accusa (“Il mio ragazzo mi ha picchiata, – ha riferito ai carabinieri, – ha provato a strozzarmi mettendomi le mani al collo, mi ha dato dei morsi in faccia. Mi diceva di stare zitta se no mi menava” e sui verbali degli inquirenti si legge anche che “le faceva bruciature di sigaretta e le sferrava calci e pugni, le ha spaccato il telefono, la gonfiava se andava a ballare con le amiche e che la costringeva a rapporti per strada, nel prato, in giro, sotto al ponte del Tevere”), il 17enne nega tutto. 

“Non l’ho mai picchiata. Una volta aveva dei graffi, quando stavo per partire per Udine, e disse a mia madre che era stata sua madre”, è la difesa del ragazzo.

Nelle mani del pm, intanto, i due smartphone dei giovanissimi: all’interno sono stati trovati foto erotiche, accuse e insulti diffusi anche nelle chat con gli amici.

“Un contesto di disagio sociale e genitoriale – ha commentato il legale del 17enne, Guido Pascucci, a La Repubblica -ed è amplificato dalla estrema precocità delle esperienze avute e da una dipendenza maniacale, di entrambi i giovani, dall’uso dei social. Ogni esperienza doveva passare attraverso quella protesi emotiva che sono i cellulari la cui sospensione dell’uso, dovuta all’intervento di assistenti sociali e tribunale sembra la maggior forma di sanzione subita da vittima e carnefice”.

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