Alghero, pescano in un'area protetta e postano il video sui social: due turisti denunciati
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Alghero, pescano in un'area protetta e postano il video sui social: due turisti denunciati

Erano andati a pesca in una caletta di Capo Caccia, postando i video sui social, per poi rivendere il pescato. Nei guai è finito anche il ristoratore che ha acquisto il pesce non tracciato.

Alghero, pescano in un'area protetta e postano il video sui social: due turisti denunciati
Le immagini dei video pubblicati su TikTok
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29 Agosto 2022 - 11.13


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Armati di fucile subacqueo sono andati a pesca in una caletta di Capo Caccia, ad Alghero, postando il video della bravata, diventato subito virale sui social. Il pescato, due grosse cernie, è stato rivenduto poi a un ristorante del posto.

Due giovani turisti della Penisola, in vacanza nel nord Sardegna, sono stati identificati dalle forze dell’ordine, che stanno concludendo le indagini per far scattare le denunce, proprio grazie alle immagini su Tik Tok e Fb.

Finirà probabilmente nei guai anche il ristoratore che ha acquistato il pesce non tracciato. La storia, raccontata oggi dalla Nuova Sardegna, è stata ripresa dall’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico (Grig) che ha inviato un esposto alla Procura di Sassari, Corpo forestale, Guardia costiera, Comune di Alghero e all’Azienda speciale di gestione del parco, parlando del video come di una vera e propria “autodenuncia”.

E proprio dalle immagini postate sui social, le forze dell’ordine sono riuscite a risalire agli autori di questo ennesimo schiaffo alle bellezze naturali dell’Isola.

L’area marina di Porto Conte – Capo Caccia rientra nella zona di protezione speciale (Zps) e nel sito di importanza comunitaria (Sic). Rientra, infine, nel parco naturale regionale “Porto Conte” e nell’area marina protetta “Capo Caccia / Isola Piana” – ricorda il Grig. La pesca sportiva nelle aree marine protette è vietata e sanzionata penalmente, potrebbe integrare gli estremi del reato di furto aggravato ai danni dello Stato, nonché la violazione della disciplina regionale e regolamentare istitutiva e gestionale dell’Area marina protetta, mentre l’acquisto di proventi da reato può integrare gli estremi della ricettazione, oltre alle sanzioni inerenti gli aspetti commerciali e igienico-sanitari.

La Sardegna non è terra e mare per beceri safari, chiunque se lo metta in testa una buona volta per tutte”, conclude il Grig.

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