Estate 2022: per gli italiani vacanze più brevi e al risparmio
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Estate 2022: per gli italiani vacanze più brevi e al risparmio

Secondo l'indagine di Confcommercio in collaborazione con Swg chi va in vacanza lo farà per meno giorni preferendo viaggi low cost.

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31 Luglio 2022 - 16.24


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Complice, l’inflazione, il rincaro energetico, l’aumento dei contagi covid e l’instabilità politica, ad andare in vacanza a luglio saranno in meno del previsto, e chi parte lo fa per meno giorni e adottando soluzioni low cost. Sono i risultati un’indagine di Confcommercio in collaborazione con Swg.

Nonostante siano tanti gli italiani che andranno in vacanza questa estate – 27 milioni, come nel 2019 –  le partenze di luglio scendono a 12,3 milioni rispetto ai 16,8 milioni previsti solo un mese fa. Un calo che, nel 20% dei casi, è determinato da disdette delle prenotazioni effettuate, mentre per il restante 80% è rappresentato da chi a giugno era intenzionato a partire ma poi non ha più organizzato il viaggio.

Caro energia, inflazione e crisi politica incidono, invece, sui progetti di vacanza per agosto e settembre che, pur rimanendo sostanzialmente stabili come numero di partenze rispetto a quanto previsto, vedono ridursi di quasi 3 milioni i viaggi di 7 giorni o più e aumentare quelli di durata media (da 3 a 6 giorni) e soprattutto i break brevissimi di 2 pernottamenti al massimo. Una tendenza che trova riscontro anche nel budget che i viaggiatori metteranno a disposizione, soprattutto per le vacanze di media durata, che scende da 541 euro previsti a giugno a circa 475, e da 1.252 a 1.117 euro per i viaggi più lunghi. Comunque, dei 27 milioni di connazionali che andranno in viaggio una o più volte tra luglio e settembre pernottando a destinazione, l’88% ha scelto l’Italia mentre il 12% andrà all’estero – per lo più in Europa – soprattutto per vacanze di sette giorni o più ad agosto e settembre, dove si registra un picco del 28%.

Nel complesso – secondo l’analisi – il numero delle partenze nel trimestre preso in considerazione scende dai 52,3 milioni previsti un mese fa a 48,6 milioni ragionevolmente stimabili a oggi. In sintesi, meno vacanze, per periodi più brevi e spendendo di meno. “Come è logico che sia, la percentuale di coloro che hanno già prenotato sale dal 31% di un mese fa al 41% di oggi, mentre resta stabile al 15% la quota di coloro che non hanno prenotazioni da fare in quanto viaggiano utilizzando soluzioni autonome: mezzi propri, pernottamenti in case di proprietà o presso amici o parenti. Più di un terzo degli intervistati è però ancora nella fase di consultazione delle offerte disponibili”, dicono i ricercatori.

Per quanto attiene alle destinazioni, che sono nazionali nell’88% dei casi come già detto, il mare è sempre in testa, con il 44% delle preferenze che diventa il 51% se si considerano solo le vacanze principali di 7 o più giorni. Segue la montagna al 15% – valore in linea con lo storico di questa tipologia – mentre le vacanze nelle città, specialmente quelle d’arte, e nei piccoli borghi, sommate raggiungono quota 21%. In Italia, dove la Puglia resta la meta più ambita, vince la volata per il secondo posto l’Emilia Romagna, seguita da Toscana e Sicilia, mentre la Sardegna, probabilmente vittima più di altre regioni del costo dei collegamenti, scende in settima posizione, dalla quarta che occupava un mese fa. Compare invece tra le prime cinque la Liguria. Pressoché immutata invece in un mese la hit delle mete estere, con Grecia in vetta tallonata però dalla Spagna e, a seguire, Francia e Croazia.

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