Catania, 15enne uccide la madre a coltellate. "L'abbiamo sempre incitata ad andare via"
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Catania, 15enne uccide la madre a coltellate. "L'abbiamo sempre incitata ad andare via"

"Quello che è successo era prevedibile, ce lo aspettavamo, per questo non la lasciavamo mai sola - aggiunge. - Sapevo che prima o poi quel figlio che lei amava le avrebbe fatto del male" ha raccontato la cugina della vittima al Corriere della Sera.

Catania, 15enne uccide la madre a coltellate. "L'abbiamo sempre incitata ad andare via"
Valentina Giunta
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29 Luglio 2022 - 12.35


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E’ stato arrestato il figlio 15enne di Valentina Giunta, accusato dell’omicidio della madre con 4 coltellate alla gola e alla schiena. “In famiglia sapevamo che correva dei rischi ed avevamo paura, per questo la incitavamo ad andare via”, ha raccontato al Corriere della Sera Cristina Bonanzinga, la cugina della vittima.

“Quello che è successo era prevedibile, ce lo aspettavamo, per questo non la lasciavamo mai sola – aggiunge. – Sapevo che prima o poi quel figlio che lei amava le avrebbe fatto del male”. E racconta di appostamenti, aggressioni fisiche subite dal padre di Valentina, finito per questo in ospedale, e di danneggiamenti. E ancora delle denunce per i messaggi minacciosi ricevuti da numeri anonimi, ma poi ritirate.

“Quando Valentina è stata uccisa ero a Pavia; prima di partire le avevo detto di venire con me ma voleva sistemare le ultime cose per la vendita della casa”, ricorda Cristina Bonanzinga, cugina sì di Valentina Giunta ma cresciuta con lei come una sorella. “Devo fare i conti con tutta la rabbia che ho dentro – aggiunge, – c’erano stati tanti, troppi segnali; il figlio maggiore era stato totalmente plagiato dalla nonna paterna con la quale viveva mentre padre e nonno sono in carcere”.

Temevano, dunque, per la vita di Valentina i suoi famigliari. E avevano cercato di convincerla a trasferirsi in Germania, per allontanarla dal contesto violento in cui era costretta a vivere. “Il ragazzo – sottolinea la cugina a Il Corriere della Sera – aveva sviluppato un odio profondo nei confronti della madre e, come suo padre, non accettava che volesse rifarsi una vita andando via da Catania con il fratello minore di 10 anni. Si era schierato dalla parte del padre, che idolatrava”.

Dal canto suo, “suo marito dal carcere, dove si trova per furti d’auto e tentato omicidio, la minacciava con messaggi anonimi che le faceva arrivare da numeri non rintracciati; auto rigata; appartamento distrutto dalla spedizione punitiva dei parenti dell’ex; mio zio pestato a sangue sempre dai parenti e portato in ospedale con il setto nasale rotto…”.

“Noi famigliari vogliamo risposte dalla giustizia, – conclude, – e ora abbiamo due obiettivi: salvare il figlio minore di Valentina da un contesto deviato e deviante e accertare la verità fino in fondo: chi ha armato di odio la mano di un ragazzino?”.

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