Parla la mamma di Luana, la giovane operaia morta in fabbrica: "Non c'è nulla da festeggiare, è come una guerra"
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Parla la mamma di Luana, la giovane operaia morta in fabbrica: "Non c'è nulla da festeggiare, è come una guerra"

Emma Marrazzo: "Il Primo maggio? Non si può festeggiare: sul lavoro c'è una vera e propria guerra".

Parla la mamma di Luana, la giovane operaia morta in fabbrica: "Non c'è nulla da festeggiare, è come una guerra"
Luana D'Orazio
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1 Maggio 2022 - 18.15


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Il Primo maggio? “Non si può festeggiare: sul lavoro c’è una vera e propria guerra. Lo dicono chiaro anche i dati, tre morti al giorno, hanno fatto una media, quindi i lavoratori cosa devono festeggiare?”

E se lo fanno spero “facciano festa diversamente”, “scendano in piazza anche loro” per avere in primo luogo “la sicurezza, un posto sicuro”.
   Emma Marrazzo torna a parlare delle tutele che mancano e di sua figlia Luana, che al lavoro ha perso la vita, a 22 anni: tra pochi giorni, il 3 maggio, sarà il primo anniversario dell’incidente nella ditta di Montemurlo (Prato) dove la giovane, già mamma di Alessio, che oggi ha 6 anni e che “è tutto lei”, fu risucchiata nell’ingranaggio dell’orditoio a cui era addetta. Macchinario al quale, secondo l’inchiesta della procura di Prato, sarebbe stati disattivati i dispositivi di sicurezza. Il 3 maggio è anche il giorno in cui Emma Marrazzo compirà 54 anni: “Sarà bruttissimo, doppiamente, ‘festeggeremo’ sempre insieme – osserva amaramente – i nostri anniversari: il giorno del mio compleanno me l’hanno tolta, uccisa”.
    “Spero che si riesca ad ottenere qualcosa – spiega la mamma di Luana, parlando del suo impegno perchè i luoghi di lavoro diventino più sicuri -. Io sarei contenta se mettessero le telecamere sul posto di lavoro”, per avere più controlli e vedere cosa accade. E “servono poi maggiori controlli a sorpresa. E andare a parlare con gli apprendisti per che cosa sono stati assunti”, come lo era Luana, per “rendere i lavoratori consapevoli delle loro mansioni”: “dai contratti poi non risulta”. E fare in modo che “siano sempre affiancati, non lasciati soli: sono ragazzi. A loro serve una formazione non sono teorica ma anche pratica, per spiegare che questi macchinari sono molto pericolosi e di stare molto attenti.
    Questo ti può salvare la vita. Mia figlia per due anni si è lamentata sempre: ‘Questi macchinari sono mezzi tronchi’ diceva, ‘sola non mi potete lasciare, se viene un controllo vi fanno le multe'”. Quelle sul lavoro, afferma, “sono morti che si possono evitare, morti violente come in una guerra” solo che l’arma che viene usata è la mancanza di “buon senso, di cuore”, è la “disumanità immensa” di togliere i dispositivi di sicurezza ai macchinari.
    Martedì, per ricordare Luana, ci sarà alle 18 una messa nella chiesa di Santa Maria a Spedalino, nel comune di Agliana (Pistoia) dove Luana viveva con la famiglia. “Saremo là tutti insieme, la sua amica che arriva da Milano, i miei parenti dalla Calabria, tutti gli amici di qua” e Alberto, il fidanzato di Luana: “Siamo sempre insieme con Alberto – spiega Emma Marrazzo -, i sui genitori, le sue sorelle: si soffre tutti insieme, Luana era entrata nel loro cuore, la famiglia si era allargata prima e ora siamo più uniti che mai”. E questo dà “serenità e tranquillità” al piccolo Alessio, “il solo che ravviva questa casa” che si è “spenta” da quanto Luana non c’è più: “Era una ragazza gioiosa, allegra, solare, la casa la riempiva tutta”.

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