Ucraina, Landini in piazza a Firenze: "No all’equidistanza tra Ucraina e Russia"
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Ucraina, Landini in piazza a Firenze: "No all’equidistanza tra Ucraina e Russia"

"La guerra in Ucraina non si ferma alimentandola con le armi. Siamo a favore della resistenza - ha dichiarato Landini - ma questo non giustifica l'invio di armi alla popolazione ucraina".

Ucraina, Landini in piazza a Firenze: "No all’equidistanza tra Ucraina e Russia"
Maurizio Landini
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12 Marzo 2022 - 13.20


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La pace è al centro dell’analisi del momento di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Intervenuto alla manifestazione di Firenze, l’ex Fiom ha però voluto ribadire la sua posizione di vicinanza al popolo ucraino.

“Siamo di fronte ad una situazione drammatica per cui il cessate il fuoco, la tregua e l’avvio di negoziati veri debbono essere lo sforzo e l’iniziativa di tutte le istituzioni e di tutti i soggetti. Scenda in campo anche l’Onu, i governi europei indichino una figura autorevole di mediazione bloccando così questa guerra”.

“Sicuramente le sanzioni sono una strada, ma dobbiamo essere consapevoli che alla lunga non le paga solo la Russia, visto che l’Europa è una delle zone che ha maggiori rapporti economici con loro. Pensiamo solo agli effetti che possiamo avere su molti settori strategici legati alla Russia o all’Ucraina. E poi c’è il tema delicato del gas e dell’energia che sino ad oggi non è stato toccato”.

La manifestazione pacifista di sabato scorso a Roma a cui la Cgil ha aderito è stata criticata da qualcuno perché troppo neutrale.
“Questa è una sciocchezza totale, che fa torto all’intelligenza di chi lo dice, perché sa perfettamente che le decine di associazioni e di movimenti e di cittadini che erano in piazza erano lì per condannare l’invasione fatta dalla Russia di Putin ed esprimere solidarietà al popolo ucraino e, contemporaneamente, per dire però in modo molto chiaro che siamo contro a qualsiasi guerra. Non c’era assolutamente alcuna equidistanza e alcuna neutralità. Oggi il problema è esattamente come si realizza questo obiettivo”.

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La guerra in Ucraina non si ferma certo alimentandola. E inviare armi oggi è controproducente rispetto all’obiettivo di far cessare le ostilità e avviare dei negoziati. Voglio essere chiaro: di fronte ad una invasione militare come quella dei russi, che noi condanniamo, la resistenza è legittima. La nostra valutazione è però che su quel territorio c’è in realtà un conflitto impari in termini di forze: perché quello che ha invaso l’Ucraina è uno degli eserciti più potenti al mondo”.

Ma questo non giustifica l’invio di armi agli ucraini perché “pensare che armando gli ucraini si sconfigge Putin è un atto di cinismo perché prolungare il conflitto non porta al negoziato mette a rischio la vota degli ucraini. Il tempo del negoziato è ora. Quanto all’Europa non può dare ogni giorno 700 milioni di euro alla Russia per il gas che riceve e dall’altro pensare di fermare un conflitto di questa natura fornendo i lanciarazzi al governo di Kiev. La nostra non è equidistanza, è realismo, è essere a difesa della democrazia ed essere contro la cultura della guerra che ha portato Putin ad invadere un altro Paese, e a mettere in discussione la libertà e la democrazia”.

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