Il video che incastra la famiglia di Saman: per la Procura è stato un femminicidio premeditato
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Il video che incastra la famiglia di Saman: per la Procura è stato un femminicidio premeditato

Le immagini del 29 aprile mostrano tre persone vestite con abiti scuri che camminano, distanti l'una dall'altra, una imbracciando una pala, un'altra un secchio con un sacchetto e un altro un attrezzo.

I frame del video che ritraggono i parenti di Saman Abbas con la pala
I frame del video che ritraggono i parenti di Saman Abbas con la pala
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7 Giugno 2021 - 10.52


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Siamo a una svolta nelle indagini. La Procura di Reggio Emilia contesta la premeditazione ai cinque indagati per l’omicidio di Saman Abbas, la ragazza 18enne di origine pakistana scomparsa dopo essersi rifiutata di sposare in matrimonio combinato un connazionale in patria. Lo ha confermato la procuratrice Isabella Chiesi. Indagati sono i genitori, due cugini e uno zio.

Quanto al fatto che quest’ultimo sia ritenuto l’esecutore materiale del delitto, Chiesi si è limitata a dire: “Difficile sapere adesso chi è l’esecutore materiale, non sappiamo neppure la modalità”.

Oggi i carabinieri hanno diffuso tre frame che – secondo le ipotesi investigative – mostrerebbero alcuni parenti di Saman mentre si dirigevano a scavare una fossa, muniti di pala. Nelle immagini datate 29 aprile compaiono tre uomini – lo zio e due cugini, tra cui il giovane fermato a Nimes, in Francia, qualche giorno fa.

Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, nei prossimi giorni, in base anche alle condizioni meteo, per le ricerche della ragazza, potrebbe essere utilizzato l’elettromagnetometro.

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Il quadro della scomparsa nel Reggiano della diciottenne Saman Abbas lascia sempre meno spazio alla speranza di ritrovarla in vita: dopo le immagini della videocamera di sorveglianza, è dai dettagli di alcune chat che arrivano nuovi tasselli che rafforzano l’ipotesi di omicidio. Un messaggio è quello dello zio, il 33enne Danish Hasnain, che in una chat a una persona molto vicina a lui, parlando di Saman, avrebbe scritto: “Abbiamo fatto un lavoro fatto bene”. Lo riporta la Gazzetta di Reggio Emilia che dà conto anche del dettaglio di un’altra conversazione. Si tratta di un audio della stessa Saman riferito dal fidanzato nelle testimonianze rese nei giorni scorsi ai carabinieri. La ragazza gli avrebbe confidato di aver sentito la madre parlare dell’omicidio come unica “soluzione” per una donna che non si attiene alle consuetudini pachistane: “L’ho sentito con le mie orecchie, ti giuro che stavano parlando di me…”.

 

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