Il pm sulla strage del Mottarone: "Quella del gip non è una sentenza di assoluzione"
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Il pm sulla strage del Mottarone: "Quella del gip non è una sentenza di assoluzione"

La procuratrice capo di Verbania Olimpia Bossi: "In ogni caso non finisce qui, le indagini continuano per accertare tutte le responsabilità".

Procuratrice capo di Verbania Olimpia Bossi
Procuratrice capo di Verbania Olimpia Bossi
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31 Maggio 2021 - 08.27


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E’ giusto far lavorare bene avvocati e magistratura e che ognuno abbia le sue responsabilità alla fine del processo.

Non dobbiamo subito puntare il dito contro alcune scelte, se soprattutto cautelari, ma aspettare che la verità venga a galla.

Dopo la scarcerazione dei tre indagati per la strage della funivia sul Mottarone, parla la procuratrice capo di Verbania Olimpia Bossi.

“Questa non è una sentenza di assoluzione, è solo una fase cautelare. Non la vivo come una sconfitta sul piano investigativo anche perché è stata accolta la nostra configurazione giuridica dei reati e quindi il nostro impianto accusatorio. Non ho mai considerato l’indagine chiusa e nemmeno in una fase avanzata. In ogni caso non finisce qui, le indagini continuano per accertare tutte le responsabilità”.

 Sui fermi dei tre indagati, il magistrato spiega: “Non parlerei di fretta, ma di urgenza. Il pomeriggio di martedì ci siamo trovati di fronte a una persona che ha reso piena confessione con dichiarazioni attendibili che parlavano di un gesto, quello di mettere i forchettoni ai freni, che era frutto di una scelta volontaria, deliberata e reiterata che andava avanti da oltre un mese, ma secondo i nostri riscontri anche da più tempo. Una persona che ha detto che altre persone sapevano. A quel punto abbiamo avuto la necessità di impedire che quelle persone si potessero mettere d’accordo per concordare una versione dei fatti”.

La stessa procuratrice nega che le scarcerazioni siano state una sconfitta: “No, è un passaggio della normale dialettica processuale. Le indagini sono appena all’inizio e proseguono nei confronti dei tre indagati per reati gravissimi. Dal punto di vista della correttezza dell’impostazione accusatoria il giudice non ha avuto nulla da obiettare”.

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