Torturò e uccise il figlio di due anni: "Condannato all'ergastolo"
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Torturò e uccise il figlio di due anni: "Condannato all'ergastolo"

Alija Hrustic, il 25enne di origini croate che nel maggio 2019 ha fatto morte il bambino dopo averlo seviziato anche con ustioni provocate da bruciature di sigaretta.

Aula di tribunale
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25 Maggio 2021 - 14.59


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Pena massima decisa in primo grado per Alija Hrustic, il 25enne di origini croate che nel maggio 2019 uccise il figlio di 2 anni dopo averlo torturato e seviziato anche con ustioni provocate da bruciature di sigaretta.

Si è quindi chiuso con un ergastolo il processo di primo grado per La Corte d’Assise di Milano, che ha in sostanza accolto la ricostruzione del pm Giovanna Cavalleri che, per la prima volta in Italia, ha contestato all’imputato il reato di torture aggravate commesso in ambito familiare accanto a quelli di omicidio volontario pluriaggravato e maltrattamenti.

Hrustic è stato invece assolto dall’accusa di maltrattamenti a danno delle sue due altre figlie.

I giudici togati e popolari della corte milanese hanno inoltre disposto l’isolamento diurno per 9 mesi per il 25enne che, una volta espiata la pena, sarà espulso dal territorio italiano.

Bocciata la linea della difesa – Secondo la difesa Hrustic non voleva uccidere il piccolo, ma soltanto punirlo perché si era sporcato. Ma la richiesta del legale di riqualificare il reato principale da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale non è stata accolta dai giudici.

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L’imputato, presente in aula al momento della lettura della sentenza, dovrà inoltre versare una provvisionale di centomila euro a favore della moglie e delle sue altre figlie che si sono costituite parti civili nel processo.
Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni.

Il delitto risale alla notte tra il 21 e il 22 maggio 2019. Quando i soccorritori arrivarono nell’appartamento di un caseggiato popolare in zona San Siro, il piccolo era già morto, ma presentava lividi e bruciature su tutto il corpo.

Del padre, che poco prima aveva chiamato il 118, non c’era più traccia.

L’uomo venne rintracciato e arrestato poche ore dopo in un appartamento in cui si era rifugiato insieme alle altre due figlie.

Confessò immediatamente di avere ucciso il piccolo perché si era sporcato, non aveva il pannolino, continuava a piangere e non lo faceva dormire.

 Primo caso in Italia – Il cadavere del piccolo presentava anche alcune bruciature di sigaretta sul corpo e un’evidente scottatura  ai piedi provocata da una fiamma viva. Elementi che spinsero la procura di Milano a contestargli, per la prima volta in Italia, il reato di tortura commesso in ambito familiare.

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