Rsa ancora chiuse nonostante l'ordinanza: proteste dei familiari
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Rsa ancora chiuse nonostante l'ordinanza: proteste dei familiari

Sandra Zampa, consigliera del ministro della Salute: “Stiamo ricevendo la protesta di centinaia di privati cittadini sulle modalità concrete della riapertura”

Sandra Zampa
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10 Maggio 2021 - 10.30


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Sandra Zampa, consigliera del ministro della Salute, in merito alle proteste dei Comitati dei familiari che lamentano ancora le chiusure delle strutture.
“Le Regioni devono far sentire la loro voce, sta a loro far rispettare l’ordinanza firmata ieri dal ministro Speranza e con effetto immediato per la riapertura delle Rsa”. 
Ha poi continuato: “Voglio sperare che il primo giorno non si sono sentiti sufficientemente preparati. Sono curiosa di vedere i dati. Però ci sono 2 circolari, novembre e dicembre 2020, il protocollo è stato presentato 10-15 giorni fa. Ora l’ordinanza. Spieghino qual è il problema”.
“Stiamo ricevendo la protesta di centinaia di privati cittadini – i familiari di chi è di fatto sotto sequestro da 15 mesi all’interno delle Rsa – sulle modalità concrete della riapertura”.
Così in una nota , il presidente del Comitato Nazionale Anchise, Antonio Burattini – all’indomani del provvedimento ministeriale che stabilisce la riapertura delle Rsa alle visite.
Secondo il Comitato Anchise “ancora una volta, viene attribuita assoluta discrezionalità ai Direttori Sanitari delle strutture in merito al come, quando e se consentire le visite nelle strutture”.
Poi la questione tamponi. “Poiché – ha eidenziato il Comitato – molti dei parenti non sono ancora stati vaccinati, ci si dovrà sobbarcare il costo del tampone molecolare ogni volta che sarà consentito visitare il proprio congiunto (o del test anticorpale, se in passato positivi al Covid19), venendosi con ciò a creare un’odiosa discriminazione in relazione alle disponibilità economiche individuali. È vergognoso che non si sia pensato a questo, dotando le Asl o le stesse strutture di quantitativi di tamponi e test necessari e sufficienti a garantire l’espletamento di una necessità primaria, vitale e chiaramente non più procrastinabile, quale il ricongiungimento parentale”.
Terzo gli spazi dedicati e adeguati alle visite con impiego di personale ad hoc con funzione di vigilanza. Infine, quarto punto, le strutture private non convenzionate “che restano terra di nessuno anche in costanza di pandemia”.
Bene l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, sul via libera alle visite “ma oggi 8 Rsa su 10 resteranno chiuse, come ci stanno comunicando gli altri familiari”. Così il presidente del comitato Open RSA Now, Dario Francolino, che chiede che le strutture “facciano i tamponi ai familiari e garantiscano riaperture. No alibi – ha detto – per chi, potendo, non riapre. Tutte le Regioni e le Rsa applichino oggi stesso il provvedimento, altrimenti siano sanzionate”, e invoca l’intervento del ministero della Salute perché “vigili sull’applicazione effettiva della normativa”.

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