Il vescovo su Open Arms: "Salvini ha fatto il bene del paese? Di sicuro non ha fatto il bene delle persone"
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Il vescovo su Open Arms: "Salvini ha fatto il bene del paese? Di sicuro non ha fatto il bene delle persone"

Le parole dell'arcivescovo di Ferrara Perego da sempre in prima linea per i rifugiati anche come direttore generale della fondazione Cei Migrantes

Arcivescovo di Ferrara Perego
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17 Aprile 2021 - 16.49


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Da sempre in prima linea nella difesa dei migranti, il monsignor Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara, ha commentato l’odierno rinvio a giudizio dell’ex ministro dell’Interno Salvini per la vicenda Open Arms

Per il direttore generale della fondazione Cei Migrantes la richiesta del procuratore di Palermo segna come “il rispetto di una Costituzione che deve andare fino in fondo se un diritto fondamentale come il diritto di asilo non sia stato tutelato e poi è un segnale importante sul piano politico, è cioè di non fare cadere nel silenzio una tragedia che continuamente sta facendo morti”.

Salvini, uscendo dal Tribunale, ha commentato che andrà a processo a testa alta per avere fatto il “bene del Paese”.

E’ così? “Se avrà fatto il bene del Paese – osserva il ‘vescovo dei migranti’ – lo deciderà la magistratura. Di certo non ha fatto il bene delle persone, tra loro anche malati rimasti per giorni in mezzo al mare; non ha dato l’ immagine di un Paese nel quale la Costituzione dispone la tutela per i richiedenti asilo. Quelle persone non sono state tutelate “.

L’arcivescovo di Ferrara-Comacchio ricorda quindi che “l’Italia e gli altri Paesi europei devono superare quella immobilità ancora presente sulla riforma del regolamento di Dublino in modo tale che il principio di solidarietà venga tutelato. Abbiamo visto anche nella pandemia la debolezza dell’Europa sulla solidarietà, sia sul tema dell’immigrazione, del diritto di asilo, sia sul tema della salute perché di fatto si è andati in ordine sparso e su alcuni principi fondamentali della tutela della persona l’Europa è ancora da costruire”.

Da qui l’auspicio che “questo rinvio a giudizio sia un segnale importante anche dal punto di vista politico: si vedrà se i diritti fondamentali sono stati lesi o meno. Oltretutto è chiaro che il respingimento che avviene anche oggi è un dato allarmante che non può lasciare in silenzio le forze in campo. Anche i continui ostacoli a riorganizzare soccorsi in mare sono un altro segnale non positivo perché non solo non si interviene ma si ostacola chi interviene a tutelare la vita delle persone”.

 

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