Lo strano caso di San Patrignano: ci sono stati 450 positivi, ma nessuno ha avuto bisogno dell'ossigeno
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Lo strano caso di San Patrignano: ci sono stati 450 positivi, ma nessuno ha avuto bisogno dell'ossigeno

Il responsabile sanitario Antonio Boschini: "450 positivi da ottobre, ma tutti con forme lievi. Qui nessuno beve, fuma, forse anche questo può avere aiutato"

San Patrignano
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2 Aprile 2021 - 07.58


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Un caso che andrà sicuramente studiato, quello che sta avvenendo a San Patrignano, la comunità di recupero per tossicodipendenti più grande d’Europa.

“In questo periodo da noi entra una media di sette persone alla volta, tutti isolati in una stanza con una persona che li assiste per poi essere sottoporsi a tampone ed entrare in comunità. Ad oggi e da dicembre scorso non abbiamo registrato nemmeno un positivo al Coronavirus all’interno di San Patrignano”.

Il dottor Antonio Boschini, responsabile sanitario terapeutico di San Patrignano, spiega  l’andamento del Covid nella comunità di recupero più grande d’Europa.

A ottobre scorso è entrato il virus a San Patrignano colpendo 450 ragazzi in due mesi, ma nessuno di loro ha avuto bisogno di ossigeno.

Tutti con forme lievi: “E’ un fenomeno curioso, vero è che ho passato i dati all’istituto Mario Negri di Milano e a ricercatori della Sapienza di Roma perché lo stiamo studiando. Qui nessuno beve, fuma, forse anche questo può avere aiutato. All’inizio ho dovuto affrontare dei casi di crisi di panico, due in tutto e all’inizio più che altro, quando non si conosceva il virus. Poi, quando hanno visto che i sintomi erano anche meno rispetto a quelli di una semplice influenza, si sono tranquillizzati”.

“La Comunità è diventata una comunità nel vero senso della parola, dove quelli che stavano bene lavoravano molto di più per compensare il lavoro di chi non poteva, soprattutto nei settori produttivi mentre gli altri hanno dovuto subire un periodo idi inattività, che per una persona con dipendenze è molto doloroso. Ci sono persone che, ad esempio – spiega ancora il responsabile del centro sanitario – vanno in crisi il sabato e la domenica, quando possono stare ferme e pensare. Abbiamo creato dentro San Patrignano un’area residenziale dove trasferivamo tutte le persone con tampone positivo. Qui i contagiati dal Covid potevano stare all’aria aperta, giocare tra loro, fare ginnastica. Abbiamo fatto dei test psicologici per vedere cosa è cambiato nelle persone prima e dopo il Covid, ma dobbiamo ancora elaborarli. Sicuramente non c’è stato un aumento del consumo di psicofarmaci, basso prima come adesso, né un incremento degli abbandoni della comunità”.

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