Scaccabarozzi (Federfarma): "In Italia 27 milioni di dosi del vaccino di Johnson & Johnson nei prossimi mesi"
Top

Scaccabarozzi (Federfarma): "In Italia 27 milioni di dosi del vaccino di Johnson & Johnson nei prossimi mesi"

L'ad di Jassen in Italia assicura che dopo l'approvazione dell'Ema, arriveranno in Europa 200 milioni di dosi da distribuire ai paesi membri, contatti con il generale Figliuolo per l'Italia

vaccino
vaccino
Preroll

globalist Modifica articolo

12 Marzo 2021 - 09.50


ATF

In Europa si corre dopo l’approvazione del quarto vaccino, il  Jassen di Johnson & Johnson, che potrebbe rappresentare l’ancora di salvezza per un’Europa che arranca in quanto a dosi somministrate.
Infatti il vaccino americano sarà somministrato in una sola dose e potrà essere conservato alle temperature di un normale frigorifero.
L’ad di Jassen in Italia e presidente di Federfarma Massimo Scaccabarozzi ha così commentato il recente via libera dell’Ue: “sarà la Commissione Europea che dovrà distribuire le dosi nei vari Paesi o dirci dove consegnarne quante. Nel nostro Paese, dei 200 milioni di dosi ne arriveranno circa 27 milioni, che vuol dire 27 milioni di cittadini protetti.
Quante dosi arriveranno nel secondo trimestre non è ancora stato comunicato, ci sono in atto comunicazioni con la Commissione, però siamo già in contatto con l’amministrazione italiana, con il generale Figliuolo”, il commissario straordinario per l’emergenza Covid, “e il suo staff, per programmare al meglio l’arrivo e la distribuzione delle dosi”.

Sul delicato tema della produzione dei vaccini, Scaccabarozzi osserva: “Il processo di produzione di un vaccino è complicato, ci vogliono mesi. Noi, come tutti, stiamo facendo una corsa contro il tempo nella produzione. Questo comporta una collaborazione con tantissimi Paesi: aziende, in teoria concorrenti, stanno aiutando chi ha trovato i vaccini a produrli. Nella distribuzione normale, quando c’è qualche piccolo problema di produzione in un lotto, un dato da verificare, si attinge alle scorte. Qui non abbiamo scorte. Abbiamo chiuso i dati dello studio clinico a fine gennaio, sono passati pochissimi giorni”.

Native

Articoli correlati