Lopalco: "L'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari dà valore alla scienza"
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Lopalco: "L'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari dà valore alla scienza"

L'epidemiologo e assessore alla sanità della Regione Puglia: "La Puglia ha potuto fare questa scelta proprio perché aveva già una legge che è bastato aggiornare".

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20 Gennaio 2021 - 18.44


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Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e assessore alla sanità della Puglia, ha rivendicato la decisione della Regione di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid per gli operatori sanitari: “L’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari in Puglia era già una realtà, per tutte le vaccinazioni raccomandate dal Piano nazionale vaccini. Ora lo si estende anche alla vaccinazione anti Covid. È un provvedimento che dà valore alla scienza e che, per me, ha un peso importante anche a livello personale, perché chiude un cerchio nella mia carriera: la legge pugliese su cui si basa, infatti, fu ispirata alla Carta di Pisa, un documento che ho promosso nel 2016, quando, all’università della città toscana si sono riunite le maggiori società scientifiche interessate al tema per scriverlo”.
La Puglia ha potuto fare questa scelta proprio perché aveva già una legge (su cui aveva già vinto un ricorso avanzato dal Governo) e che è bastato aggiornare. La legge preesistente, in pratica, “permette al datore di lavoro, quindi al direttore generale di una Asl, in base a una relazione del medico del lavoro, di non esprimere l’idoneità a una mansione per un operatore sanitario che si rifiuta di sottoporsi a una vaccinazione raccomandata dal Piano nazionale vaccini. L’operatore può essere così spostato”.
“Si è tornato a parlare dell’argomento – precisa Lopalco – perché l’obbligo non poteva essere applicato al vaccino Covid in quanto non menzionato nel Piano vaccinale. Con la nuova legge abbiamo semplicemente integrato la norma regionale, dicendo che il Piano nazionale per il vaccino Covid ha la stessa valenza del Piano vaccini. Quindi gli operatori sanitari sono obbligati a fare il vaccino, pena il giudizio di non idoneità alla mansione”.
L’emanazione della ‘legge madre’, ricorda Lopalco, “è stato un parto difficile. Venne infatti impugnata dal Governo, poi è stata riammessa, con piccole modifiche nel suo impianto, perché veniva contestata alla Regione la possibilità, sulla base dell’autonomia regionale, di spingersi fino al punto di legiferare in tema di obbligo vaccinale. Abbiamo avuto ricorsi. E abbiamo vinto. Ora c’è la legge che obbliga al vaccino una categoria, quella degli operatori sanitari, nel quadro della legge 81 sulla sicurezza sul lavoro”.

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