I medici: "Il 71% delle aggressioni contro il personale sanitario colpisce le donne"
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I medici: "Il 71% delle aggressioni contro il personale sanitario colpisce le donne"

L'ultima elaborazione fatta dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo)

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25 Novembre 2020 - 19.03


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Il sessismo anche in sanità: sono 1.850, con una media di 5 al giorno le aggressioni denunciate all’Inail nel 2019 dagli operatori sanitari e sociosanitari, secondo l’ultima elaborazione fatta dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo). Il 71% riguarda operatrici donne. E questa è solo la punta dell’iceberg. Perché comprende, per i medici, solo quelli che sono alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale.
“Viene tagliato fuori, quindi, tutto un mondo di colleghi, tra cui quelli della continuità assistenziale” (ex guardia medica) “che sono facilmente esposti al rischio di subire violenza”, spiega il presidente Fnomceo, Filippo Anelli, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, che si celebra oggi.
A questi si aggiungono “i molti che non denunciano l’infortunio all’Inail, per una sorta di reticenza a portare alla luce inadeguatezze strutturali, o perché sotto choc, o, ancora, per non interrompere il turno di lavoro. Gli episodi reali – avverte Anelli – sono quindi molti di più”. Il tema della violenza contro le donne ha aperto, oggi – riferisce una nota – la riunione in streaming del Comitato centrale, l’organo di Governo della Fnomceo.
Un tema che, per quanto riguarda i medici, ha una doppia valenza. “I medici, e in particolare le colleghe, sono spesso vittima di violenza – ha esordito Anelli -. Una violenza che ora, durante la pandemia di Covid, ha assunto forme diverse, più subdole, ma non meno gravi. Se, infatti, durante il lockdown le aggressioni erano drasticamente diminuite, e i medici e gli operatori sanitari erano mitizzati e considerati eroi, ora sono denigrati, insultati, vittime di episodi vandalici”.
“C’è, dall’altra parte, il ruolo fondamentale del medico che, per primo, riesce a intercettare le vittime di violenza e ad aiutarle – ha argomentato ancora Anelli -. Un ruolo previsto anche dal codice di deontologia, che impone al medico una tutela particolare nei confronti dei soggetti fragili”.
Molte le iniziative degli Ordini per il 25 novembre, presentate dai componenti del Comitato centrale: l’Ordine di Torino ha illuminato di rosso la sede; l’Ordine di Venezia ha invitato i propri iscritti ad aderire alla ‘campagna dei fiocchi bianchi’, indossandone uno sul camice, dal 25 novembre al 10 dicembre, giorno in cui si celebra la Giornata mondiale per i diritti umani.

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