Briatore scarica le colpe: "Al Billionaire rispettate le regole, sono i clienti che volevano stare tutti appiccicati"
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Briatore scarica le colpe: "Al Billionaire rispettate le regole, sono i clienti che volevano stare tutti appiccicati"

L'imprenditore parla delle sue condizioni di salute a La Stampa: "Non sono intubato e non prendo ossigeno. Mi chiamano 'Briauntore'? Sono diventato il capro espiatorio perfetto"

Briatore si difende
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28 Agosto 2020 - 07.44


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Al Billionaire abbiamo sempre rispettato le regole, facendo entrare il giusto numero di persone. Ma vedendo come andavano le serate non bastava contingentare gli ingressi e predicare il distanziamento: non ci può fare nulla nessuno se fai entrare 100 persone in mille metri quadri e loro stanno tutte appiccicate″: così Flavio Briatore, positivo al Covid e ricoverato al San Raffaele di Milano, ha affermato in un’intervista a La Stampa.

Briatore, che ora sui social viene chiamato ‘Briauntore’, dice di essersi trasformato nel “capro espiatorio perfetto”. E sulle proprie condizioni di salute, aggiunge:

“Sono ricoverato in una stanza da solo. Non prendo ossigeno e tanto meno sono intubato. Mi sento bene – dice -. Non ho nulla di speciale. La temperatura è a posto, respiro bene e sono pure riuscito a lavorare. Anche se mi auguro di uscire presto″.

L’imprenditore racconta come ha scoperto di essere positivo.

″Quando sono arrivato in ospedale mi hanno fatto il tampone, come fanno con qualunque paziente. Tutto lì. Ed eccomi isolato in una stanza. Per fortuna adesso ho una preoccupazione in meno, quella che mio figlio Falco, che ha 10 anni, avesse contratto il virus. Per fortuna stamattina è arrivato il referto dall’ospedale di Montecarlo ed è negativo″.

Sui contagiati al Billionaire, Briatore afferma che la situazione è sotto controllo.

″Stiamo seguendo ora dopo ora le condizioni di tutti. Stanno tutti bene a parte un ragazzo che aveva precedenti patologie. Posso solo dirle che non appena è scattato l’allarme abbiamo disposto il tampone per tutti i dipendenti. Abbiamo saputo di ragazzi che a gruppi di 50 o 60 ordinavano le casse di champagne e se le andavano a bere sulla spiaggia insieme con i fornitori. Ballavano e facevano festa sino all’alba. Lì certo non potevamo intervenire″.

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