Il sindaco 'abusivo' di Riace dice no al centro Covid per migranti, Mimmo Lucano: "Propaganda sulla pelle delle persone"
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Il sindaco 'abusivo' di Riace dice no al centro Covid per migranti, Mimmo Lucano: "Propaganda sulla pelle delle persone"

Tonino Trifoli è stato dichiarato decaduto ma è ancora ben saldo al suo posto. E ha il potere di dire no al centro Covid per i migranti.

Tonino Trifoli
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18 Luglio 2020 - 16.46


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Nonostante Tonino Trifoli, sindaco leghsta di Riace, sia stato dichiarato decaduto, è ancora ben saldo al suo posto. E ha il potere di dire no al centro Covid per i migranti, decisione che viene accolta dai egretari generali della Cgil della Calabria e di Reggio Calabria-Locri, Angelo Sposato e Gregorio Pititto e dall’ex sindaco Mimmo Lucano con ‘sconcerto e disappunto’: “La propaganda leghista – dichiarano in una nota Sposato e Pititto – supera il valore della vita. Riace è paese la cui notorietà è stata sempre legata all’accoglienza”.
Di “propaganda leghista sulla pelle delle persone” parla anche Mimmo Lucano che afferma che “la vera emergenza non sono i migranti che sbarcano sulle nostre coste ma la ‘ndrangheta, così come il razzismo”.
“Le polemiche non mi hanno mai interessato da quando non sono più sindaco, anche se la distanza anni luce tra me e Trifoli è un dato di fatto”, aggiunge l’ex sindaco di Riace, a giudizio del quale oggigiorno, da quello che vede, le nuove generazioni son messe a rischio da un messaggio “intriso di violenza”.
Perché “quando si dice che vengono prima gli italiani, questo provoca rivalità non fratellanza. Ma che senso ha? – domanda – Quali diritto abbiamo noi di dire che coloro che arrivano sulla nostra terra non possono creare relazioni con chi incontrano, rifarsi un futuro integrandosi? Un messaggio contro la libertà è grave”.

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“Quando ero sindaco uno dei miei auspici – sottolinea ancora Lucano – era quello di risvegliare le coscienze dei riacesi in uno scambio culturale autentico, di farli riflettere partendo dalle storie difficili di chi veniva accolto avendo subito tutte le ingiustizie del mondo. Creare coscienze nuove come contributo per un mondo migliore. Ho cercato in tutti i modi di far sì che Riace fosse un paese aperto senza confini, ora sembra che stiamo tornando indietro: una fortezza chiusa. Ma l’accoglienza, grazie anche al ‘villaggio globale’, resiste. Il vento non si può fermare”.

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