Palamara contro tutti avverte: "C'è una magistratura che mi chiede di non mollare"
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Palamara contro tutti avverte: "C'è una magistratura che mi chiede di non mollare"

Il pm romano indagato a Perugia: "Voglio essere sentito per spiegare le mie ragioni. Le correnti delle toghe? Come la politica".

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22 Giugno 2020 - 08.48


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“Le decisioni ora vanno rispettate, ma siamo in un ordinamento democratico, lo statuto prevede la possibilità di impugnare la decisione. C’è una magistratura silenziosa che mi chiede di non mollare e di dimostrare la mia innocenza in tutte le sedi”. Parla così a Ominibus Luca Palamara, espulso sabato dall’Anm un anno dopo l’inchiesta sulle nomine che ha terremotato la magistratura: “Impugnerò la decisione davanti all’assemblea generale dei soci dell’Anm chiedendo di essere sentito per spiegare le mie ragioni”, dice ancora.

Nel documento che avrebbe voluto leggere davanti al parlamentino del sindacato delle toghe ha sostenuto di non aver mai “agito da solo”. Oggi continua: “Io voglio essere chiaro: non faccio nomi per una chiamata di correità ma per dimostrare quello che è stato il mio ruolo, ho necessità di spiegare come funzionava tutto il sistema, nessuno escluso, perché non ho inventato io i rapporti tra magistratura e politica”.

Il pm romano attualmente sospeso ha ribadito che in base alle logiche attuali si trova a essere penalizzato il magistrato che non è iscritto a nessuna corrente: “Il sistema delle correnti in magistratura replica il sistema della politica, è esattamente lo stesso. L’interlocuzione con la politica si svolge su un piano di contatti e informazioni che rende autonomi i due mondi”.

La difesa continua: “Si parla tanto di questo trojan, uno strumento di intercettazione che fa discutere. Il trojan ha registrato accordi tra due gruppi associatici, e nessun episodio di corruzione, accusa dalla quale mi saprò difendere, dopo che è già emerso che non ho preso soldi per nessuna nomina”.

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