Tre storie di italiani rapiti convertiti all'Islam su cui nessuno ha aperto bocca: non erano donne
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Tre storie di italiani rapiti convertiti all'Islam su cui nessuno ha aperto bocca: non erano donne

Luca Tacchetto, Alessandro Sandrini e Sergio Zanotti sono stati rapiti da fondamentalisti islamici e due di loro si sono convertiti all'Islam. Come mai nessuno ha avuto qualcosa da ridire?

Silvia Romano
Silvia Romano
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12 Maggio 2020 - 15.42


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C’è una storia interessante raccontata da Cathy La Torre sul suo profilo Instagram, che andrebbe fatta leggere a tutti i sovranisti indignati per conversione all’Islam di Silvia Romano. Una storia che fa capire come il vero problema, per questa gente, non è l’Islam ma che Silvia sia una donna, e per di più una donna libera. 
Riportiamo il testo per intero: 

Solo nell’ultimo anno sono stati liberati altri tre cittadini italiani: Luca Tacchetto, Alessandro Sandrini e Sergio Zanotti.
Il primo, recatosi in Africa per un viaggio con un’amica, fu catturato in Burkina Faso dal gruppo terrorista Jnim, una cellula di Al Qaeda. Dopo 15 mesi, la liberazione, avvenuta appena un mese fa.
Si è convertito all’Islam. Nessuno, giustamente, ha avuto nulla da ridire.
Il secondo, condannato per due rapine a mano armata recatosi in Turchia per una vacanza, fu catturato al confine con la Siria e sequestrato per tre anni da una banda criminale. Fu liberato grazie ad una negoziato.
Si è convertito all’Islam. Nessuno, giustamente, ha avuto nulla da ridere.
Il terzo, un imprenditore andato in Turchia per cercare di acquistare dinari antichi da rivendere in Europa, è stato sequestrato per tre anni da Al Qaeda. La sua liberazione è avvenuta “a conclusione di una complessa e delicata attività di intelligence, investigativa e diplomatica”. Cioè con un negoziato.
Nessuno, giustamente, ha avuto nulla da ridire.
Tre italiani, tre storie diverse, accomunate tutte da un elemento: la presenza di tre uomini, verso la cui liberazione (e conversione) nessuno ha avuto nulla da ridire.
Verso cui nessuno ha fatto illazioni di natura sessuale.
E allora diciamolo chiaramente: il vostro problema è l’aver visto una donna.
Una donna libera e indipendente.
Libera dal ruolo costruitole su misura da una società malata.
Libera di “andare a casa loro” e di aiutare dei bambini bisognosi.
Libera di convertirsi.
Libera di indossare uno jilbab.
Libera di essere semplicemente Aisha.

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