L'Italia si comporta bene: stazioni semi-vuote e file ordinate per salire in autobus
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L'Italia si comporta bene: stazioni semi-vuote e file ordinate per salire in autobus

Nel primo giorno dopo il lockdown pochi assembramenti e regole rispettate. In tanti sono usciti in bicicletta.

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4 Maggio 2020 - 20.03


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L’Italia riparte dopo i due lunghi mesi di lockdown e cambia faccia, orari, abitudini. Sui mezzi pubblici ci si muove mantenendo le distanze di sicurezza e con bocca e naso ben coperti; molti adulti tornano al lavoro ma i figli restano a casa, con le scuole ancora chiuse; pranzo e cena fuori sono ancora vietati ma chi vuole può ricorrere al cibo da asporto. Il Paese che ritroviamo alla riapertura è molto diverso da quello che abbiamo lasciato. 

I trasporti – In treno, autobus, aereo bisogna convivere con il virus e quindi prima di tutto pensare a evitare il contagio. La parola d’ordine è quindi distanza di sicurezza, vetture e vagoni a capienza ridotta, passeggeri con la maschierina. Alle stazioni si sono viste file ordinate e a nessuno è stata rilevata una temperatura oltre i 37,5 gradi con i termoscanner. Alla stazione Termini di Roma anche il ministro dei Trasporti Paola De Micheli, andata a monitorare la ripartenza, indossava la sua maschierina. Nessun assembramento né sui mezzi di superficie né sulle metropolitane in questo “day 1”, con una mobilità ordinata e senza intoppi da un capo all’altro del Paese. Nelle stazioni dei treni, sia a Roma che a Milano c’è il deserto o quasi. Sul Frecciarossa Milano-Napoli delle 7 salgono 192 passeggeri: nessun temuto esodo nord-sud. Solo qualche migliaio di persone rientrate a casa. In aereo tutto esaurito sui due voli Alitalia tra Roma e Palermo, con 200 persone sbarcate nel capoluogo siciliano, il massimo possibile con le regole del distanziamento sociale anche in volo. 
A Roma file per il metrò e molte bici – A Roma i parchi di nuovo aperti si sono subito riempiti di runner e bambini a passeggio con le mamme. Più passeggeri nelle stazioni e sui bus, più auto e tante bici in città. Molto più trafficate le strade e molto più frequentate le stazioni delle metropolitane e gli autobus. Anche se si registra comunque una flessione dell’85% dei passeggeri rispetto al pre Covid. Circa 110mila le vidimazioni su metro e Fs e 150mila sui bus di Roma: normalmente le validazioni ai tornelli di metro e Fs regionali erano 750mila e sui bus il traffico era di un milione e mezzo al giorno. Aperte le Ztl ma è tornato a pagamento il parcheggio nelle strisce blu. Traffico intenso e code si sono viste in alcune zone del Grande raccordo anulare e su via Flaminia in direzione centro, insieme a qualche rallentamento dovuto a chiusure per lavori. Qualche fila anche agli ingressi di alcune stazioni metro dove gli ingressi sono contingentati. 

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Al lavoro – Tanti italiani hanno ripreso il loro lavoro, ma per molti di loro c’era il problema di lasciare a casa i figli da soli, con le scuole chiuse. Sonia, romana, 38 anni, vive alla Garbatella, un quartiere popolare nella Capitale, e dice che “dei mei figli si occuperà per qualche giorno la mia vicina di casa: Ho una bambina di sei anni e un bambino di otto. Tra qualche tempo deciderò se ricorrere al part-time o se organizzare dei turni con i miei nipoti che studiano”. I nonni sono fuori gioco, perché, dice ancora Sonia, “non me la sento di metterli in pericolo: la situazione è troppo grave per correre rischi”. Simile alla sua la storia di Anna, 40 anni, part-time nell’ufficio legale di una grande azienda e mamma di tre bambini. “L’azienda ci ha costretto a tornare a lavorare in sede e così io devo parcheggiare i bambini davanti alla tv almeno per due ore perché mio marito è impegnato con lo smart working”. 

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Milano riapre nel segno dell’asporto – Nel capoluogo lombardo si riaprono le serrande di bar e ristoranti, dove funziona però solo il servizio di asporto, sia nei ristoranti di lusso sia nei take away o anche nei bar pasticceria. Le regole in città sono state rispettate, con qualche lieve assembramento nei parchi e una piazza Duomo meno spettrale, dove qualcuno ha anche azzardato un selfie. Unico fuori programma una manifestazione con alcune decine di partecipandi con bandiere tricolori che protestavano per i “diritti calpestati dalla pandemia”, tutti multati. In qualche momento della giornata si sono dovuti bloccare i tornelli di ingresso in metrò, ma nel complesso nella prima giornata di riapertura è filato quasi tutto liscio. Anche sui bus è bastato dare l’avviso di troppi passeggeri a bordo perché qualcuno scendesse. 

 

Napoli, il rito del caffè non riparte – Nella città simbolo del caffè, Napoli, il rito della tazzina non riparte con la fine del lockdown: con la fase 2 infatti è permessa la consegna del caffè in asporto, ma il servizio non decolla. Resta chiuso il Gambrinus, il locale-simbolo della città. Niente tavolini nella Galleria Umberto I, dove si vedono solo i clochard e dove sono aperti solo due bar. Niente tavolini, però. In città hanno riaperto solo i piccoli bar a conduzione familiare, ma il servizio di asporto del caffè previa prenotazione viene definito assurdo dai titolari. I pochi locali aperti hanno l’ingresso sbarrato con tavolini o cordoni di plastica per impedire l’accesso dei clienti. Spesso sulla vetrina c’è un cartello con il numero di telefono per le prenotazioni. Ma le richieste non arrivano. 

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Firenze, ripartenza soft ordinata e senza assembramenti – Non ci sono state file o affollamento nel giorno 1 della fase 2 di Firenze, con una ripartenza dolce per la tramvia. “Il servizio è sempre stato regolare – dice l’ad di Gest, Jean Luc Laugaa -. Non ci sono stati assembramenti e abbiamo registrato al massimo 30 persone su ogni vettura, grazie alla responsabilità della maggior parte dei passeggeri, che hanno seguito e rispettato le regole”, Corse senza intoppi dunque, una ogni 4-5 minuti per tutto il giorno. Proprio l’aumento della frequenza del servizio, unita all’assenza di turisti e studenti, insieme ai controlli alle fermate, ha evitato i problemi. 

 

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