Pandemia e affari: il remdesivir funziona contro Covid-19 e il titolo vola in borsa
Top

Pandemia e affari: il remdesivir funziona contro Covid-19 e il titolo vola in borsa

Sono filtrati i risultati di un trial clinico sull'antivirale a Chicago che hanno fatto impennare del 14% nel dopo mercato Usa le azioni del suo produttore, Gilead Sciences

Il remdesivir sembra dare risultati contro Covid-19
Il remdesivir sembra dare risultati contro Covid-19
Preroll

globalist Modifica articolo

17 Aprile 2020 - 15.50


ATF

Purtroppo la pandemia e gli affari vanno di pari passo, anche se è molto brutto dirlo e sapere che nemmeno in questo momento c’è chi non mette il business al primo posto-

Di tutti i farmaci in fase di test nella lotta contro il coronavirus, il remdesivir fin dall’inizio ha dato le maggiori speranze.

La notte scorsa sono filtrati i risultati di un trial clinico sull’antivirale a Chicago che hanno fatto impennare del 14% nel dopo mercato Usa le azioni del suo produttore, Gilead Sciences, e a catena hanno messo il turbo alle borse asiatiche, europee e nel pomeriggio di nuovo a Wall Street.

Il remdesivir è nato come antivirale durante l’epidemia di ebola in Africa occidentale negli anni 2013-16 da una collaborazione tra Gilead, il Medical Research Institute of Infectious Diseases delle forze armate Usa e i Centers for Disease Control and Prevention americani. Funziona inceppando l’ingranaggio molecolare che alcuni virus usano per costruire i loro geni quando si replicano all’interno della cellula nella quale si sono introdotti.

I trial clinici contro il virus dell’ebola nei paesi dell’Africa occidentale e poi nella Repubblica Democratica del Congo hanno dato risultati promettenti, ma quelle epidemie si sono esaurite prima che il remdesivir fosse testato a sufficienza per ricevere il via libera dei regolatori e a oggi il suo uso non è ammesso in nessun Paese al mondo.

I farmacologi che all’inizio della pandemia di coronavirus hanno preso in esame la possibile efficacia dei farmaci esistenti si sono subito interessati al remdesivir, perchè il nuovo virus condivide con quello dell’ebola alcuni tratti, come il fatto di essere composti di un singolo filamento di Rna. Da gennaio il farmaco è stato testato su pazienti affetti da Covid-19, a cominciare dalla Cina, ma nessun test ha fornito prove inequivocabili di efficacia.

L’entusiasmo scaturito in nottata dal trial dell’università di Chicago non proviene da uno studio ufficiale, ma da un video fatto arrivare a una rivista di sanità Usa, Stat. Nel video Kathleen Mullane, infettivologa dell’ospedale universitario, si congratula con i colleghi per i benefici apportati da somministrazioni quotidiane di remdesivir a 125 pazienti malati di Covid-19.

Mullane afferma che i pazienti, alcuni dei quali gravissimi, hanno sperimentato una remissione rapida della febbre e dei sintomi respiratori. Quasi tutti, secondo Stat, sono stati dimessi nel giro di una settimana. La dottoressa ha confermato l’autenticità del video ma non ha commentato ulteriormente.

Gilead e l’ospedale hanno invitato alla cautela. “Informazioni relative a un forum interno per ricercatori relative a una ricerca in corso sono state diffuse senza autorizzazione” ha detto l’Università di Chicago. “Trarre conclusioni in questa fase è prematuro e scientificamente inappropriato”.

Tutto quanto è ancora incerto. Anche se i risultati positivi dello studio di Chicago verranno ufficialmente confermati, probabilmente a fine mese, i critici sottolineano che si tratta di uno studio “open label”, in cui tutti i partecipanti sanno che viene somministrato remdesivir. Il decorso del Covid-19 è imprevedibile e i risultati positivi possono dipendere semplicemente dalla fortuna.

Risultati validi sul piano statistico potrebbero invece provenire dagli studi randomizzati su larga scala che Gilead sta conducendo in tutto il mondo. In questo tipo di studi i pazienti sono divisi a caso in due gruppi: a uno viene somministrato remdesivir, all’altro un placebo. Nè i pazienti nè i medici partecipanti sanno cosa venga somministrato all’uno e all’altro gruppo.

Ma anche se il farmaco darà risultati positivi nei trial clinici, non è chiaro se Gilead potrà far fronte all’enorme domanda di remdesivir che ne nascerebbe. L’università di Oxford voleva includere il farmaco nei suoi studi clinici, ma non è riuscita a trovarne a sufficienza.

Native

Articoli correlati