Il farmaco miracoloso non esiste, come l'autore del video: storia della bufala Avigan
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Il farmaco miracoloso non esiste, come l'autore del video: storia della bufala Avigan

Prima di spacciarsi per farmacista, che non è, il testimonial dell'antivirale Avigan disse di essere medico: falso! Ecco il video. E intanto, mentre la gente muore, c'è chi specula in Borsa: il retroscena di una storia inquietante

Aresu e l'Avigan
Aresu e l'Avigan
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26 Marzo 2020 - 20.33


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Proviamo a fare chiarezza sul cosiddetto “farmaco del miracolo” che arriva dal Giappone. Proviamoci, seguiamo il flusso delle notizie per assistere sgomenti al fenomeno di un video su YouTube, realizzato non si sa dove e da chi. Come questo video sia finito sulle prime pagine dei media in Italia, abbia convinto il governatore del Veneto, Zaia, (lui, quello dei “cinesi mangiano topi vivi”) ad accelerare la sperimentazione nella sua Regione. Come e perché l’Agenzia del farmaco in Italia abbia ceduto e aperto un protocollo per verificarne la fattibilità. II che nella pratica vuol dire milioni al vento mentre chi lavora in corsia, muore in corsia, non ha né mascherine né guanti.
Partiamo dall’autore. Si chiama Cristiano Aresu, 41 anni, dice di essere farmacista e di lavorare in Giappone. Il 20 marzo posta un video. Mostra gente tranquilla che porta bimbi nel passeggino, folla serena che fa la spesa, prende il sole. Dice: eccoci, siamo in Giappone, qui tutto bene. E sapete perché? Perché abbiamo l’Avigan.
Poi vedremo cosa è l’Avigan. Intanto due parole su Aresu. Che non è farmacista, come dice di essere,  che in tempi passati come vi dimostriamo grazie a un video di Daily Motion si è spacciato per medico chirurgo all’ospedale San Giovanni di Roma. Era un gioco? Non sappiamo. 
Secondo MeteoWeek che lo ha intervistato al momento “risulta disoccupato che percepisce un indennizzo NASpI”. E’ semmai tra gli animatori di un’associazione culturale di Roma la cui mission (riporto testualmente) è: “promuovere la cultura nerd”. Un’associazione culturale che vende “videogiochi usati tra privati a prezzi bassissimi per permettere a tutti di giocare”. E che lancia aste on line il lunedì e il giovedì.
Eppure grazie a un video, Aresu ha trovato una visibilità formidabile. E non solo.

 

IL VIAGGIO DI UNA BUFALA
Quindi 20 marzo. Aresu che non è né medico, né farmacista, né sembra abiti in Giappone spedisce il video pro Avigan al giornalista di Sky Tg24 Pio D’Emilia.
Il virus, come abbiamo imparato a capire pure noi, è un attimo. Lo spot di Aresu fa migliaia di visualizzazioni.
Miracoli miracoli miracoli.
La stampa italiana a caccia di speranza lo definisce proprio così: il farmaco dei miracoli che viene dal Giappone. Parlo dei principali quotidiani on line in Italia, non del mensile della parrocchia.
Allora con calma rivediamo un attimo il tema Avigan o Favipiravir, farmaco antivirale prodotto da una corporate di Fujifilm Holdings Corp, quelli che fanno le pellicole.

– Secondo quanto riporta Sky Tg24 l’Avigan è stato messo in commercio in Giappone nel 2012 ma in seguito è stato tolto dalla vendita a causa dei gravi effetti collaterali
– Secondo quanto riporta Wiki che cita parecchi studi scientifici: “Gli esperimenti sugli animali in Giappone mostrarono potenziali effetti teratogeni sui feti e per questo l’approvazione della produzione da parte del Ministero della salute, del lavoro e del benessere giapponese è stata notevolmente ritardata, mentre le condizioni di produzione sono state limitate ai soli casi di emergenza”
– Secondo quanto riportano Globalist, Huffington Post, Sole24 ore, etc: “il Corporate senior director Fujifilm Italia, Mario Lavizzari, in seguito alle notizie su una sperimentazione in Italia del farmaco antivirale dichiara: “l’azienda non è in grado di divulgare alcun piano per l’uso di Avigan in altri Paesi”.
– Secondo quanto riportato dal Guardian e da Repubblica: la FUJIFILM Toyama Chemical, che ha sviluppato il farmaco, ha diramato una nota chiarendo che attualmente il farmaco viene somministrato a pazienti di Covid-19 in Giappone per uno studio osservazionale condotto dalle istituzioni mediche. “Sappiamo anche – si legge nella nota – che Favipiravir (versione generica) è stato somministrato a pazienti Covid-19 in Cina. Fujifilm non ha svolto alcun ruolo nelle ricerche di cui sopra e non è quindi in grado di commentare questi risultati. Al momento non esistono prove scientifiche cliniche pubbliche che dimostrino l’efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti”.

LE SPECULAZIONI IN BORSA
Nonostante tutto questo, sull’onda emotiva il Governatore del Veneto Zaia ha chiesto la riapertura della sperimentazione (tale è, non cura) in Italia. L’Aifa avvierà da lunedì i protocolli, una spesa che forse non avete idea. Un protocollo su un farmaco testato su circa 80 pazienti nel mondo, come rileva Il Post (e non solo)
80 pazienti. E i cui risultati non sono affatto certi.
Ma è invece certo che, come riportato da Business.financialpost.com e potrete facilmente verificare guardando i listini di Borsa, le azioni della Fujifilm Holdings Corp giapponese non sono state negoziate a causa di un eccesso di ordini di acquisto.
E c’è chi ora stappa champagne.
Perché dietro ogni immane tragedia c’è chi fa tantissimi soldi.
Ma tantissimi alla faccia di chi muore, di chi combatte battaglie con una piccola spada di legno spuntata: 40 vittime tra medici, infermieri.

Questa storia  è una ferita per un Paese che ce la sta mettendo tutta.
Smettetela di trattare come eroe chi non lo è. Pensate agli 8.165 morti. Alle loro famiglie distrutte. Agli oltre 80mila contagiati. Siate rispettosi, prima di condividere notizie non verificate, almeno con loro.

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