Il Papa dona 100 mila euro alla Caritas italiana per aiutare i più deboli di fronte al coronavirus
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Il Papa dona 100 mila euro alla Caritas italiana per aiutare i più deboli di fronte al coronavirus

Mentre l'epidemia dilaga Francesco ha sostenuto tutti quei servizi essenziali a favore dei poveri e delle persone più deboli e vulnerabili della nostra società

Papa Francesco
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12 Marzo 2020 - 16.28


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Un gesto concreto di grande umanità e non la solita predica: Papa Francesco, tramite il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha donato 100mila euro a Caritas Italiana per un primo significativo soccorso in questa fase di emergenza per il diffondersi del contagio da Coronavirus (CoViD-19) su tutto il territorio italiano. 
Tale somma vuol essere un’immediata espressione del sentimento di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento da parte del Santo Padre verso tutti quei servizi essenziali a favore dei poveri e delle persone più deboli e vulnerabili della nostra società, che le Caritas a livello diocesano e parrocchiale assicurano quotidianamente in Italia.
“Il contributo, che accompagna la preghiera, a sostegno dell’amata popolazione italiana, è parte dell’impegno a favore delle Chiese locali che, attraverso le Caritas nazionali e le Caritas diocesane, garantiscono aiuto e solidarietà in favore di coloro che sono in difficoltà e in condizioni di precarietà e di bisogno”, spiega il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
“In un tempo non facile per tutti noi, insieme a tutte le Caritas diocesane d’Italia, ci sentiamo abbracciati da Papa Francesco”, dice don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana.
Un appello alle istituzioni lo ha lanciato anche la Comunità di Sant’Egidio affinché non vengano lasciate sole “le persone più fragili in queste ore di emergenza”. Un pensiero particolare è rivolto agli anziani che sono i soggetti più a rischio. “Su tutti loro incombe anche un altro grave pericolo: l’isolamento. Basta pensare che, soprattutto nelle grandi città il tasso di persone che vivono da sole tocca il 45 per cento della popolazione. Tutti i cittadini possono fare la loro parte”. 
La Comunità di Sant’Egidio chiede di “ampliare il monitoraggio delle persone anziane o con disabilità che continuiamo a seguire con telefonate, lettere, messaggi audio e video, inviati in particolare a chi vive negli istituti. Anche offrirsi per portare la spesa a domicilio è un’azione preziosa per limitare il disagio di chi è più solo e vulnerabile. Se il contagio ci allontana fisicamente la solidarietà ci unisce, ci rende più forti di fronte alla paura e aiuta a proteggerci”.

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