Don Biancalani: "Ho cantato Bella Ciao perché i cristiani sono partigiani dell'umanità"
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Don Biancalani: "Ho cantato Bella Ciao perché i cristiani sono partigiani dell'umanità"

Il sacerdote ha spiegato le ragioni del suo canto per la libertà: "Mi sorprende che siano gli italiani a scandalizzarsi per l'uso di questa canzone da comunità che sta facendo una battaglia per i diritti umani".

Don Biancalani
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25 Novembre 2019 - 15.27


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Premessa: da quando Salvini l’ha addotato sui suoi ‘bestiali’ social come il prete che si occupa troppo dei migranti e dopo aver postato contenuti allusivi che potevano lasciar pensare che il sacerdote avesser qualche qualche relazione amorosa con gli stranieri (cosa totalmente falsa) per don Biancalani non c’è stata più pace. Minacce, insulti, i fascisti di Forza Nuova, le ispezioni di ogni tipo alla ricerca di pretesti per non fargli ospitare i richiedenti asilo.

La reazione del sacerdote è stata fin troppo educata e accorta, ossia rifarsi a un canto di libertà che solo in un paese che ha perso la memoria e che è finito nei meantri dell’analfabetismo funzionale può essere scambiata come una canzone di parte.
E lui ha sopiegato i perch_éP del suo geto: “Cantare “Bella Ciao” in chiesa “non è un capriccio né una provocazione, ma è un segnale pensato per ricordare la doppia fedeltà del credente al Vangelo e alla Costituzione repubblicana”.

Così don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro a Pistoia, da tempo impegnato nell’accoglienza ai migranti, spiega il senso dell’iniziativa di eseguire il canto popolare della Resistenza partigiana al termine della messa domenicale. Un gesto che dopo l’annuncio su Facebook aveva provocato, la scorsa settimana, “il biasimo” della Curia diocesana pistoiese e che ha ieri ha suscitato anche reazioni politiche di condanna da parte del centrodestra.
“Noi cristiani per certi aspetti siamo partigiani – ha dichiarato don Biancalani – Io personalmente mi sento di prendere una parte, non politica ma umana. Il cristiano deve essere un partigiano dell’accoglienza, della solidarietà e della giustizia. E così facendo risponde al Vangelo, che è la luce per un credente, ma anche alla Costituzione”.
“Non pensavo che annunciare e cantare ‘Bella Ciao’ scatenasse tante polemiche”, ha dichiarato il parroco, che si è detto “un po’ amareggiato” per il comunicato apparso sulla pagina Facebook della Diocesi per un paio di giorni e che poi è stato tolto.
Nessuno mi ha chiamato per sentire le mie ragioni, le spiegazioni. E io – ha precisato il sacerdote – non ho mai proposto di sostituire i canti liturgici con ‘Bella Ciao’. Ho spiegato, ieri, a conclusione della messa, che chi voleva poteva rimanere in chiesa per cantare una canzone che è ormai patrimonio di tutti, di sinistra, di centro, di centrodestra, perché lo è storicamente, per dare un segnale, per ricordare che noi restiamo e resistiamo dalla parte dell’umanità, nonostante tutto. ‘Bella Ciao’ è diventato ormai un inno internazionale anche per i movimenti che si occupano di diritti civili. Mi sorprende che siano proprio gli italiani a scandalizzarsi per l’uso di questa canzone da parte di una comunità che sta facendo una battaglia per i diritti umani”.
“Vicofaro non dovrebbe essere un problema ma una risorsa – ha spiegato ancora don Biancalani – Noi non vogliamo fare supplenza ma sentiamo l’obbligo di richiamare tutti ad una maggiore responsabilità, anche la classe politica, verso i temi dell’immigrazione e della povertà”.
“Noi con i nostri pochi mezzi facciamo accoglienza, facciamo del bene e ci impegniamo a non lasciare le persone in difficoltà in mezzo alla strada, come ci chiede il Vangelo – ha affermato don Massimo Biancalani – Noi siamo fedeli al Vangelo e al tempo stesso alla Costituzione della Repubblica italiana, scritta tra l’altro da cattolici straordinari come Giorgio La Pira e Giuseppe Dossetti”.

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