Il papà di Stefano Cucchi: "Finalmente un po' di pace. Ora possiamo credere nella giustizia"
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Il papà di Stefano Cucchi: "Finalmente un po' di pace. Ora possiamo credere nella giustizia"

Il padre del geometra morto nel 2009 dopo essere stato pestato in caserma: "Mi manca ogni giorno, ora provo un leggero sollievo".

Genitori di Stefano Cucchi
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15 Novembre 2019 - 13.08


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“Sono stati anni di trincea. Ora avremo un po’ di pace: conforta”. Giovanni Cucchi ieri ha atteso per una giornata che pareva interminabile la sentenza di primo grado sulla morte di suo figlio Stefano. Tornato a casa, dopo che Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo sono stati condannati a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale, racconta al Corriere le sue emozioni. E ripensa a quella battaglia durata 10 anni, volta a dimostrare che il figlio era stato ucciso. Adesso che la verità è stata messa nero su bianco dice:

Possiamo cominciare a credere nella giustizia.

Il primo processo sul caso Cucchi si concluse con l’assoluzione dei medici. Da allora un lungo calvario:

Ricordo l’invito del presidente del Senato Pietro Grasso. Disse: “Chi sa parli”. Iniziò con una piccola crepa, poi la crepa si allargò. E oggi..”

Dopo il caos verrà il silenzio e, dice Giovanni, sarà come avere ritrovarsi con il figlio:

Finora abbiamo dovuto combattere e siamo sempre stati circondati da gente: ci sono stati i media che hanno svolto un ruolo importante, ma quando calerà questo caos allora mi troverò, ci troveremo soli con Stefano. 

Poi i ringraziamenti. Alla procura di Roma, in particolare a Giuseppe Pignatone e a Giovanni Musarò. E a Luigi Manconi, che li ha sostenuti e che anche ieri era lì, accanto a loro, mentre il giudice pronunciava il dispositivo.

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