Istat, Italia sempre meno abitata, Paolo Ciani (Demos): "quadro poco rassicurante"
Top

Istat, Italia sempre meno abitata, Paolo Ciani (Demos): "quadro poco rassicurante"

Dal 2015 sono oltre 400mila i residenti "persi", un ammontare superiore agli abitanti di Bologna (il settimo Comune più popoloso dʼItalia)

Continua il calo della popolazione: in quattro anni persa una città come bologna
Continua il calo della popolazione: in quattro anni persa una città come bologna
Preroll

globalist Modifica articolo

3 Luglio 2019 - 08.42


ATF

La popolazione residente in Italia al 31 dicembre 2018 è inferiore di oltre 124mila unità rispetto all’anno precedente. Si tratta del quarto anno consecutivo di trend negativo: dal 2015 sono oltre 400mila i residenti “persi”, un ammontare superiore agli abitanti di Bologna (il settimo Comune più popoloso d’Italia). Lo riferisce l’Istat, precisando che le nascite sono diminuite di oltre 18mila unità: è il minimo storico dai tempi dell’Unità d’Italia.
Il numero di cittadini stranieri che lasciano il nostro Paese è in lieve flessione (-0,8%) mentre è in aumento l’emigrazione di cittadini italiani (+1,9%). Al primo gennaio 2019 risiedono in Italia 60.359.546 persone, di cui l’8,7% sono straniere.
La diminuzione delle nascite nel 2018 è stata di oltre 18mila unità rispetto al 2017 (-4,0%): sono stati iscritti in anagrafe per nascita 439.747 bambini. Si tratta del nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia. Il calo degli iscritti dall’estero (-3,2%) è stato dovuto soprattutto alla diminuzione di immigrati stranieri: nel 2018 le iscrizioni in anagrafe di cittadini provenienti dall’estero sono state 332.324, oltre 11mila in meno rispetto al 2017.
Il declino demografico in Italia è rallentato dalla crescita dei cittadini stranieri. Il calo è interamente attribuibile alla popolazione italiana, che scende al 31 dicembre 2018 a 55 milioni 104 mila, 235mila in meno rispetto all’anno precedente (-0,4%).
A commento del rapporto Istat Paolo Ciani, consigliere regionale di Democrazia Solidale DEMOS e vice presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio, ha dichiarato: “la popolazione del Lazio è pari a 5.879.082 abitanti. È diminuita di circa 17,600 mila unità rispetto allo scorso anno, una riduzione dovuta in gran parte al saldo naturale (differenza fra vivi e morti, pari a circa 15 mila persone).Considero di grande interesse questi dati”. 
“Emerge un quadro decisamente poco rassicurante, nonostante alcuni elementi che danno fiducia alla nostra Regione. A livello nazionale, da 4 anni consecutivi la popolazione complessiva diminuisce, con una perdita di oltre 400 mila residenti, più degli abitanti di Bologna. Fino a 5 anni fa la popolazione continuava a crescere grazie agli arrivi di nuovi cittadini da altri Paesi. Ora neanche le migrazioni riescono più a compensare il numero dei decessi rispetto ai nuovi nati. Molto negativo è il dato sulle nascite, non solo nel Lazio ma a livello nazionale. È un problema che i demografi segnalano da molti anni, c’è un trend che dura ormai da molti anni (addirittura dalla metà degli anni Settanta) e che richiede un impegno forte da parte di tutti gli attori. E’ evidente la necessità di politiche sulla natalità. Politiche a livello nazionale, regionale e anche comunale, perché i comuni hanno una responsabilità importante per le politiche sociali. Con DEMOS vogliamo impegnarci su questi punti”.

Nel rapporto dell’Istat si legge: “Dalla capacità del nostro sistema socio-sanitario di proteggere gli individui più fragili dalle condizioni di rischio congiunturali e ambientali, con azioni di prevenzione e di cura mirate dipenderà, in buona parte, l’evoluzione futura altalenante o meno dei decessi”. Conclude Ciani: “Questo mi sembra un punto decisivo, quello della cura degli anziani fragili. Personalmente mi sono speso su questo, impegnando la nostra Regione a stanziare fondi in favore di programmi per prevenire l’isolamento sociale degli anziani. Perciò trovo significativo quanto emerge sul calo della mortalità nella nostra regione: i morti sono stati 57.289, circa duemila in meno dello scorso anno, e il tasso di mortalità è leggermente più basso di quello nazionale (9,7% rispetto al 10,5% nazionale). E’ un dato che ci incoraggia a proseguire l’opera di sostegno agli anziani più fragili”.

Native

Articoli correlati