Il razzista leghista Traini in carcere ha fatto amicizia con due detenuti di colore
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Il razzista leghista Traini in carcere ha fatto amicizia con due detenuti di colore

L'uomo che sparò all'impazzata contro tutti i neri incontrati a Macerata all'inizio non voleva vedere migranti. Ora ha cambiato opinione.

Luca Traini
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12 Settembre 2018 - 16.16


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Secondo la Costituzione il carcere non serve solo a punire ma anche a rieducare e a restituire un cittadino alla sua comunità perché  le condanne “devono tendere alla rieducazione del condannato”. Speriamo – ma è solo una speranza adesso – che entrato razzista un giorno riesca a riassaporare il gusto dell’umanità e della solidarietà.
E’ accusato di strage aggravata dall’odio razziale, di sei tentati omicidi, di porto abusivo d’arma e danneggiamenti, ma Luca Traini, il 29enne che sparò all’impazzata per Macerata colpendo immigrati, in carcere starebbe vivendo un periodo di ravvedimento.
Come riporta Il Corriere Adriatico, infatti, l’uomo in cella avrebbe fatto amicizia con due detenuti di colore. “All’inizio non voleva vedere nessun immigrato, poi di due racconta: ‘Uno è come mio fratello, l’altro è un simpaticone'”, si legge nella relazione dello psichiatra Massimo Picozzi, così come ripresa dal quotidiano.
Traini era presente all’udienza del processo in Corte d’assise a Macerata, dove Picozzi, nominato dai giudici, ha parlato per circa due ore, rispondendo soprattutto alle domande del difensore. “Fu un gesto organizzato compiuto da una persona capace di intendere e di volere”, ha ribadito lo psichiatra.
Nella perizia richiesta dal Tribunale e firmata dallo psichiatra Massimo Picozzi, Traini si mostra diverso dall’uomo che il 3 febbraio, in un folle raid razzista, aveva sparato a sei persone di colore per vendicare la morte di Pamela Mastropietro. “E’ una vera e propria conversione, – sottolinea il quotidiano, – quella registrata dal perito nel corso dei tre colloqui avvenuti in carcere il 12, il 13 e il 16 giugno”. Traini, “si è messo a nudo, ha parlato del passato, dei suoi turbamenti presenti e del sogno di sposarsi e avere un figlio, anzi una bimba”, ha riferito Picozzi.
La sparatoria  del 3 febbraio per le vie di Macerata, era “un gesto organizzato compiuto da una persona capace di intendere e di volere”, ha ribadito lo psichiatra Massimo Picozzi. L’esperto ha parlato per circa due ore, rispondendo soprattutto alle domande del difensore di Traini, Giancarlo Giulianelli.

Interrogando Picozzi, il legale ha fatto presente che il servizio penitenziario di Piacenza, dove Traini è stato in osservazione e cura per trenta giorni durante l’estate, ha svolto una relazione concludendo che il 29enne presenta disturbi della personalità ed è emotivamente instabile. Una conclusione simile a quella della perizia di parte eseguita su incarico della difesa dallo psichiatra Giovanni Camerini, secondo cui l’imputato sarebbe parzialmente incapace di volere a causa di un disturbo bipolare.

Ma Giulianelli ha contestato anche il fatto che la perizia di Picozzi è stata eseguita dopo che l’imputato era stato in cura presso il carcere di Piacenza, con assistenza psichiatrica, colloqui e somministrazione di farmaci, che avrebbero avuto un effetto positivo sulla personalità di Traini, mentre la perizia di Camerini risale a subito dopo i fatti.
Il processo è stato aggiornato al 3 ottobre, quando si aprirà il dibattimento e si potrebbe andare a sentenza.

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