Bella ciao, l'inno di chi lotta e resiste fa ancora paura ai fascisti
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Bella ciao, l'inno di chi lotta e resiste fa ancora paura ai fascisti

Una canzone cantata in tutta il mondo: dai francesi dopo la strage di Charlie Hebdo fino alle ragazze curde. Una canzone che è il manifesto di chi resiste

Bella ciao il canto dei partigiani e delle partigiane
Bella ciao il canto dei partigiani e delle partigiane
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27 Aprile 2018 - 14.51


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Bella ciao risuona laddove ci si batte e dove si resiste. Dalla piazza greca di Tsipras alla Francia di Charlie Hebdo (i francesi l’hanno intonata contro ogni forma di terrorismo in Place de la Republique). Bella ciao è stata cantata in coro a Gezi Park in Turchia fino ai cortei di Occupy Hong Kong. La cantano le ragazze curde, gli intellettali iraniani nel film, la canta chiunque lotta con ardore e orgoglio. Gli operai, gli studenti, le folle in festa, le donne in marcia. La nascita di questa canzone semplice e bellissima è ancora oggi argomento di dibattito e la paternità, oltre che essere dichiarata a più riprese da diversi soggetti, non è chiara. Ovunque però viene, o perlomeno veniva, associata ai partigiani, all’antifascismo e alla Resistenza. Oggi, rilanciata dall’Anpi, a ridosso del 25 aprile rivive della rilettura delle Nuove Tribù Zulu, formazione pioniera in Italia della contaminazione dei generi musicali che, fin dall’inizio della sua lunga storia ha fatto propri i valori dell’intercultura, dell’unità e della solidarietà tra gli uomini e dell’incontro tra popoli, portando avanti progetti tra il nostro Paese, il Sudafrica e l’India. 
Il filmato è stato girato tra Roma e Umbria lo scorso dicembre 2017. Francesco Cordio, regista sensibile al rispetto e all’affermazione dei diritti umani, ha voluto dedicarlo ai Padri costituenti che il 22 dicembre del 1947 approvarono la Costituzione della Repubblica Italiana.
Spiegano il regista, Nuove Tribù Zulu (ovvero Andrea e Paolo Camerini e Ludovica Valori e i produttori: «In questo difficile momento politico in Italia e nel mondo, dove in Europa, e non solo, soffia un pericoloso vento reazionario e xenofobo che rischia di intaccare anche la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre del 1948, pensiamo sia utile e necessario soffermarsi e riflettere ancora una volta sull’origine dei valori della democrazia, anche in omaggio di quanti persero la vita, permettendo la riconquista, a un’intera nazione, della libertà e di una speranza nel futuro. Bella Ciao, diventata ormai da tempo una canzone universale delle lotte per i diritti dei popoli, travalicando i confini geografici e statuali è cantata praticamente ovunque: dalla Francia alla Turchia, dalla Grecia alla Spagna, fino ad arrivare in America. Per questo, con la realizzazione del videoclip, si vuole onorare una canzone popolare che ci parla di libertà e ci ricorda un momento fondamentale della storia neppure così lontano, e dare un contributo nel veicolare anche attraverso la musica, i valori e il diritto alla vita e alla libertà di ogni essere umano sulla Terra, calpestati dall’autoritarismo e il dispotismo di regimi tirannici e dittatoriali”.
E noi continueremo a cantarla. Una mattina mi sono svegliato.

 

 

Bella Ciao – Nuove Tribù Zulu from ANPI on Vimeo.

 

 

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