Cucchi, un teste rivela: "Stefano mi disse che con lui i carabinieri si erano divertiti"
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Cucchi, un teste rivela: "Stefano mi disse che con lui i carabinieri si erano divertiti"

Le parole di Lainà che incontrò Cucchi a Regina Coeli: "era ridotto che sembrava una zampogna, mi raccontò che lo avevano picchiato due militari in borghese"

Stefano Cucchi
Stefano Cucchi
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20 Marzo 2018 - 14.55


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Stefano Cucchi picchiato da due carabinieri in borghese, che con lui si sarebbero ‘divertiti’, nella prima caserma in cui fu portato. E’ quanto affermato da Luigi Lainà che incontrò Stefano Cucchi nel centro clinico di Regina Coeli, dove si trovava anche lui, la notte tra il 16 e il 17 ottobre del 2009. Lo ha fatto nel corso del processo davanti alla I corte d’Assise che vede imputati cinque carabinieri accusati di omicidio preterintenzionale.
“Stefano – ha raccontato Lainà – mi disse che con lui i carabinieri si erano ‘divertiti’. Era ridotto che sembrava una zampogna, in quelle condizioni non doveva essere portato in carcere”. E ancora: “Stefano mi raccontò che lo avevano picchiato due carabinieri in borghese nella prima caserma in cui fu portato, si fermarono su ordine di un altro carabiniere che indossava la divisa. Lo volevano far parlare – ha aggiunto Lainà – volevano sapere della provenienza della droga ma lui non parlò, non volle fare la spia. E per questo secondo me Stefano è stato un grande”.
Raccontando dell’incontro al centro clinico, il detenuto ha detto che Cucchi “era acciaccato, era gonfio, aveva ematomi sul viso e sugli zigomi, era viola, perdeva sangue da un orecchio. Gli portai un caffé ma non riusciva neanche a inghiottire. Quando gli ho visto la schiena era uno scheletro violaceo: sembrava un cane bastonato, roba che neanche ad Auschwitz. Non ho mai visto un detenuto portato in cella in quelle condizioni”. Lainà ha infine spiegato di aver “avvisato il dottor Petillo del centro clinico che dopo averlo visitato ha disposto il trasferimento in ospedale”.
Presente all’udienza anche Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano che da anni si batte per la verità sulla morte del fratello. “Il racconto del testimone Lainà è drammatico dal punto di vista emotivo – ha detto Ilaria Cucchi – rivedo anche il carattere e i modi di fare di mio fratello e soprattutto la sua sofferenza che per tanti anni è stata nascosta. Per anni si è parlato di lesioni lievi, lui stava malissimo invece, e quel dolore è aumentato ora dopo ora fino a farlo morire. In questi anni è stato tutto astratto sembrava che mio fratello fosse morto senza una ragione, da oggi si comincia a capire cosa è effettivamente successo”.

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