Provenzano morto: impedite sontuosi funerali a Corleone
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Provenzano morto: impedite sontuosi funerali a Corleone

Il senatore Lumia avverte: non sia santificato o trasformato in un mito da celebrare

La foto segnaletica di Bernardo Provenzano
La foto segnaletica di Bernardo Provenzano
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13 Luglio 2016 - 14.39


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“Provenzano è morto. Mi auguro che adesso non venga santificato o trasformato in un mito, un “capo dei capi” da celebrare. Sono sicuro che lo Stato impedirà un sontuoso funerale, magari proprio a Corleone”. Lo ha detto il senatore Giuseppe Lumia, capogruppo Pd in commissione Giustizia e componente della commissione Antimafia. “Provenzano è morto e con lui alcuni dei principali è più importanti segreti di Cosa nostra – ha ricordato – Quelli, ad esempio, sulle collusioni con le “alte sfere” della politica e dell’economia. Provenzano è stato un boss dai mille volti. E’ stato Provenzano “u tratturi”. E’ questa una delle facce del boss, quella dell’ uomo estremamente violento che passa sopra tutto e tutti. E’ stato infatti il responsabile di centinaia di delitti, operativo nella strage di Viale Lazio, uno dei principali mandanti delle stragi di mafia del ’92/’93 e dei più efferati delitti”.
“Poi c’è Provenzano ‘u ragionieri’. Immagine opposta, ma non in contraddizione con la prima – aggiunge Lumia – uomo abile politicamente a costruire relazioni con gli apparati, con la politica, rappresentante di una corrente di Cosa nostra, magari diversa dallo stesso Riina, ma mai in contrapposizione a lui”. “E ancora – ha proseguito – il Provenzano che ha saputo trattare con lo Stato, reggere l’intricato rapporto con i servizi, guidare una difficile transizione di Cosa nostra verso quella attuale, che preferisce gli affari e le collusioni con le istituzioni piuttosto che gli omicidi e le stragi. Senza mai dimenticare che quando è necessario colpire non si e’ mai tirato indietro, come molti fatti dimostrano, compresa la decisione di eliminarmi”. “Manca invece – sottolinea Lumia – il ‘Provenzano collaboratore’. Forse sarebbe stato impossibile, ma con i miei occhi e con le mie orecchie nel carcere di Parma a 30 centimetri di distanza ho colto in Provenzano un’apertura senza precedenti. Un’apertura che lo Stato doveva verificare fino in fondo, piuttosto che scatenare polemiche, fughe di notizie e divisioni”. “Nonostante la morte di Provenzano – prosegue il senatore Pd – Cosa Nostra continua, va avanti con lo stesso Riina, Matteo Messina Denaro e i tanti boss ‘fine pena’ che sono ritornati ad ‘infestare’ il territorio”. “Bisogna evitare infine – ha concluso Lumia – che compaia il volto affascinante del ‘capo buono’, che venga disinnescato preventivamente ogni tentativo del genere, evitando possibili comparizioni in tv di un figlio di Provenzano, evitando proclami di mafia come e’ stato fatto purtroppo nel caso del figlio di Riina”.

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