Incidente probatorio, la mamma di Fortuna: le bimbe hanno altri segreti
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Incidente probatorio, la mamma di Fortuna: le bimbe hanno altri segreti

Il difensore del presunto pedofilo: contro di lui solo indizi. E il papà della bimba chiede giustizia. Il nonno: se avessero indagato sulla morte di Antonio, mia nipote sarebbe ancora viva.

La mamma di Fortuna
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18 Maggio 2016 - 17.03


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Oggi l’incidente probatorio per far luce sull’orrore di parco Verde, a Caivano.

Domenica Guardato, 28 anni, mamma di Fortuna Loffredo davanti al Tribunale di Aversa apre un nuovo capitolo di questa triste storia: “Per me le bambine che oggi verranno ascoltate nascondono ancora dei segreti”.

Oggi  l’incidente probatorio. Verranno sentite due bambine, di 4 e 5 anni, figlie della compagna di Raimondo Caputo, il presunto pedofilo e assassino della piccola Fortuna, la bimba di soli sei anni uccisa al Parco Verde di Caivano il 24 giugno 2014.

“Voglio giustizia per tutti i bambini che sono stati abusati e voglio che i colpevoli paghino per quello che hanno fatto”. Gli fa eco  Pietro Loffredo, padre di Fortuna, all’esterno del Tribunale di Napoli Nord, ad Aversa (Caserta).

All’arrivo di Caputo (che parla in un’aula protetta)  al Tribunale di Napoli Nord ad Aversa una donna di un gruppetto proveniente da Parco Verde, ha accusato un malore. Presente anche la mamma delel due picocle testimoni che devono essere ascoltate dal gip. La donna è  arrivata a bordo di un’auto della polizia, partita  dalla casa circondariale di Pozzuoli, dove è detenuta con l’accusa di avere “coperto” il compagno.

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La difesa del presunto pedofilo: “Contro il mio assistito ci sono solo prove indiziarie e le dichiarazioni delle bimbe non sono attendibili. Vedremo cosa verrà fuori oggi dall’incidente probatorio”. Lo dice l’avvovato Salvatore Di Mezza, legale di Raimondo Caputo e della compagna, madre delle bimbe che verranno sentite al tribunale di Napoli Nord sulla vicenda di Fortuna Loffredo, morta al Parco Verde di Caivano. Solo una delle bambine – prosegue l’avvocato Di Mezza – presentava un rossore nelle parti intime, mentre le altre non avevano alcun segno che potesse far pensare a presunti abusi sessuali. L’incidente probatorio sarà un primo importante passo per chiarire la vicenda. Il mio assistito si è sempre professato innocente”.

Il papà di Fortuna. “Voglio che quello che è capitato a Fortuna non capiti a nessun altro bambino”, dice Pietro Loffredo davanti al  tribunale dove si è radunata una ventina di giornalisti, fotografi e operatori video di diverse testate.

La mamma di Fortuna. “Voglio giustizia per la mia Chicca”, dice Domenica Guardato accusando Raimondo Caputo e la sua compagna. “Non la perdonerò mai – dice  – lei ha ancora le sue figlie. La mia, invece me l’hanno uccisa. Avrei preferito un milione di volte averla su una sedia a rotelle. Invece sono costretta a portale fiori sulla sua tomba”.

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Il nonno.  “Se le indagini sulla morte di Antonio Giglio, archiviate troppo frettolosamente come un incidente, fossero state fatte con competenza e attenzione, probabilmente Fortuna sarebbe ancora con noi”. Dice  Vincenzo Guardato, il nonno di Fortuna Loffredo, all’esterno del Tribunale di Napoli Nord, riferendosi al tragico episodio che un anno prima la morte di Fortuna (il 27 aprile 2013) , coinvolse il bimbo di quattro anni Antonio Giglio, figlio della compagna del presunto pedofilo Raimondo Caputo, e fratello delle bambine che saranno interrogate tra oggi e domani nel corso dell’incidente probatorio.

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