La Cassazione ha deciso: no ai matrimoni gay
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La Cassazione ha deciso: no ai matrimoni gay

La Suprema Corte ha però stabilito che le coppie omosessuali hanno il diritto ad uno statuto protettivo, già 'azionabile', con diritti e doveri delle coppie di fatto.

La Cassazione ha deciso: no ai matrimoni gay
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9 Febbraio 2015 - 19.33


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La Suprema Corte ha deciso: no ai matrimoni tra due persone dello stesso sesso, però verranno riconosciuti loro i diritti. “Bisogna guardare il lato positivo: la Cassazione, come già fatto altre volte, ha comunque sancito il diritto per le coppie omosessuali ad avere un riconoscimento dei propri diritti”. Queste le parole di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, che ha commentanto la sentenza della prima sezione civile della Cassazione, depositata oggi, con la quale la Cassazione ha rigettato il ricorso di una coppia che aveva chiesto le pubblicazioni del proprio matrimonio, vedendole negate dall’ufficiale di stato civile.

Niente nozze tra persone dello stesso sesso, perché, si legge nella sentenza, “nel nostro sistema giuridico di diritto positivo il matrimonio tra persone dello stesso sesso è inidoneo a produrre effetti perché non previsto tra le ipotesi legislative di unione coniugale”. Un riconoscimento, però, arriva dai giudici che ricordano la legittimità costituzionale della scelta del legislatore riguardo alle forme e ai modelli all’interno dei quali predisporre per le unioni tra persone dello stesso sesso “uno statuto di diritti e doveri coerente con il rango costituzionale di tali relazioni”.

“E’ uno stimolo per il Parlamento, – prosegue Marrazzo – che deve provvedere ad un quadro normativo. Non è chiaro, infatti, come i diritti delle coppie gay, che pure sono equiparabili, possano essere erogati. Basti pensare al caso di una coppia, sposata all’estero, che vuole vedere riconosciuta la propria unione in Italia”.

“La decisione dei giudici della Cassazione – ha spiegato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione degli avvocati matrimonialisti italiani – si fonda sulla mancanza, in Italia, di un riferimento normativo che consenta anche alle coppie dello stesso sesso di sposarsi. E se si può essere o meno d’accordo sulla necessità di garantire il diritto di contrarre matrimonio anche alle coppie omosessuali,è però evidente che il divieto di tale opportunità sia un atto palesemente discriminatorio”.

Per questo, ha aggiunto Gassani, “è assolutamente condivisibile il richiamo dei giudici ad una maggiore attenzione del legislatore in vista di una normativa che garantisca alle coppie di fatto, sia etero che omosessuali, il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. In realtà le coppie di fatto, specie omosessuali, in Italia non hanno diritti e allo stato attuale si possono ritenere al di fuori del codice civile. Urge un immediato intervento del governo perché l’Italia non resti il fanalino di coda dell’Unione europea nella tutela dei diritti fondamentali dell’uomo”, conclude.

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