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Ieri le elezioni si sono svolte anche nelle regioni filorusse dell' Ucraina, l'Occidente non le ritiene valide ma il nuovo governo di Kiev dovrà confrontarsi con gli eletti di Donesk e Lugansk

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redazione Modifica articolo

3 Novembre 2014 - 09.14


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A due settimane dalle elezioni parlamentari che hanno consegnato a Kiev una difficile maggioranza, anche nelle regioni filorusse dell’Est ieri si é votato per eleggere leaders che l’Occidente non riconosce, la Russia si e con i quali ad ogni modo il governo centrale dovrà confrontarsi.

I cittadini di repubbliche delle repubbliche autoproclamate di Donetsk e Lugansk in Ucraina orientale hanno cominciato a votare alle 8 del mattino e dopo aver verificato la propria registrazione negli elenchi hanno ricevuto due schede,una per l’elezione parlamentare e l’altro per la scelta dei futuri leader delle repubbliche.

A Donesk erano stati aperti sono oltre 360 ​​seggi elettorali, nella città potenzialmente più di tre milioni di elettori avrebbero potuto esprimere il proprio voto, membri delle milizie armate erano a guardia di ogni seggio elettorale. Nella Repubblica di Lugansk i seggi invece erano 102 per circa 1,5 milioni di elettori.

L’area di Donetsk nella quale di trova il comitato elettorale centrale è stata fortemente protetta, con transenne lungo tutte le strade che la circondano Lugansk ha visto code in alcuni seggi, vista l’affluenza di un gran numero di elettori.”Il nostro parere è stato semplicemente ignorato da Kiev quando abbiamo preso parte al referendum di maggio sull’indipendenza, adsso é arrivato il momento di prendere in considerazione la volontà del popolo, è per questo che sono venuto a votare”. ha detto un elettore di Donetsk all’agenzia di stampa Itar-Tass. I seggi elettorali hanno funzionato anche in Russia, nelle città vicine di Belgorod Russia, Rostov e Voronezh, dove migliaia di profughi provenienti da Donetsk e Lugansk vivono attualmente ed a seguire le operazioni di voto sono osservatori di un certo numero di Paesi tra cui Francia, Lituania, Polonia, Russia, Gran Bretagna mentre mancano gli osservatori dell’OSCE.

A Donetsk, i candidati leader sono tre, tra cui primo ministro Aleksandar Zackharcenko, che é stato tra i primi a votare dicend ai giornalisti che dopo l’elezione Kiev dovrà trattare avere a che fare con l’auto-proclamata repubblica popolare di Donesk su un piano di parità: “Dovranno riconoscerci, noi torneremo nei nostri territori occupati e vivremo su come eguali”, ha detto Zakharchenko.

All’inizio della settimana scorsa, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov aveva annunciato in un’intervista che Mosca riconoscerà i risultati delle elezioni nelle repubbliche autoproclamate dell’Ucraina: “Le elezioni che si svolgeranno il 2 novembre a Donetsk e Lugansk sono molto importanti per la legittimazione della loro autorità”, ha detto Lavrov, sottolineando come tali elezioni siano una componente importante degli accordi di pace di Minsk. “Ci aspettiamo che le elezioni si svolgano come precedentemente concordato”, ha aggiunto Lavrov, “e naturalmente ne riconosceremo i risultati. Non vediamo l’ora che si esprima la libera volontà del popolo e che non quella di forze esterne”.

Fonte: Agenzie

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