Kiev ed i ribelli filorussi annunciano un “cessate il fuoco permanente” nella parte orientale dell’Ucraina e immediatamente il viaggio del presidente Obama in Estonia perde i toni di drammaticità con cui era stato concepito. Il presidente americano era partito per promettere a Tallin il sostegno degli Usa e della Nato in una situazione che sembrava giunta ai limiti della rottura ma adesso l’accordo raggiunto a Minsk fra i rappresentanti di Kiev e delle forze del Donbass lo ha spiazzato. Obama dice di accogliere la notizia “con cautela” mentre a sua volta il Cremlino sottolinea che la Russia non poteva decidere una tale misura, “non essendo parte del conflitto.” Per la prima volta il molti mesi, però, la tensione situazione Ucraina sembra allentarsi.
Il presidente russo Vladimir Putin adesso dice di aspettarsi un “accordo definitivo” tra i ribelli e il governo di Kiev venerdì prossimo e dopo un colloquio telefonico con il l’omologo Petro Poroshenko dice che le loro opinioni “sono molto vicine, penso che un accordo definitivo tra le autorità ucraine e il sud-est potrebbe essere trovato e fissato il 5 settembre nella prossima riunione del gruppo di contatto” .
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Il piano in sette punti del presidente russo, in particolare, prevede la cessazione dell’offensiva dell’esercito ucraino e della resistenza ribelli e uno scambio di prigionieri. “Ho abbozzato alcuni pensieri, un piano di azion sul conflitto”, dice il presidente al canale televisivo “Rossiya 24”.
Poroshenko e Putin hanno discusso al telefono ” di un completo cessate il fuoco – fa sapere un comunicato della presidenza ucraina – essi hanno concordato su un cessate il fuoco nella zona mineraria del Dombass che comprende le regioni orientali di Donetsk e Lugansk in preda a feroci combattimenti“. Mosca conferma che “Putin e Poroshenko hanno discusso le misure che possano sostenere un cessate il fuoco tra i ribelli e le forze ucraine ma la Russia non può effettivamente negoziare un cessate il fuoco, perché non è parte del conflitto”: la precisazione é del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
La notizia della schiarita é arrivata appena due ore prima della conferenza stampa che Barack Obama aveva organizzato a Tallin, al presidente americano non é rimasto che commentare con tono vagamente imbarazzato che ” è troppo presto per giudicare la sua reale importanza”. ” Che la Russia sia davvero pronta a raggiungere un accordo politico è qualcosa che tutti abbiamo nei nostri desideri – ha aggiunto il suo portavoce – ma questo significa rispetto degli standard internazionali e non è quello che abbiamo visto in Ucraina.”
L’Unione europea esprime la stessa cautela. “Se questo cessate il fuoco si confermeraà nei fatti si tratterà di uno sviluppo positivo, ma abbiamo bisogno di più informazioni”, commenta il portavoce della diplomazia europea Maja Kocijancic. Dall’inizio del conflitto, che ha provocato quasi 2.600 morti cinque mesi e costretto più di mezzo milione di ucraini a fuggire dalle loro case, Kiev e l’Occidente accusano Mosca di sostenere i separatisti nella parte orientale Ucraina, fornendo armi e combattenti.
Obama ha anche ribadito con forza l’impegno “incrollabile” degli Stati Uniti accanto all’ Estonia. “L’Estonia non sarà mai sola – ha detto, citando l’articolo 5 della Carta atlantica, che prevede che gli Stati membri sono tenuti a salvare uno di loro nel caso venga attaccato. Il vertice della Nato in programma in Galles deve discutere anche di questo, ovvero se sia possibile accogliere la richiesta di adesione da parte di Kiev, ma molti sono gli alleati che si sono già detti contrari a questa ipotesi. In Galles, a partire da oggi si confronteranno due linee, quella “dura” anglo-americana sotenuta dai paesi baltici ed altre visioni più realistiche.
Il “piano di reattività” del Regno Unito (RAP) é stato concepito in risposta all’atteggiamento della Russia che viene visto come una minaccia diretta da parte degli Stati baltici, Polonia, Romania, e Bulgaria. In questo quadro la NATO dovrebbe distribuire “entro pochi giorni” migliaia di soldati e forze aeree e navali ai confini russi ed in risposta Mosca annuncia un “cambio nella propria strategia militare”.
Tornando agli accordi che dovrebbero fermare la guerra, gran parte dell’esercito ucraino e della guardia nazionale si sono ritirati dal Donetsk: lo dicono i ribelli filorussi e lo conferma anche l’analista militare ucraino Dmitri Timciuk, sostenendo che adesso per le forze armate di Kiev l’obiettivo è quello di riorganizzare le forze.
I separatisti, non escludono neppure che la manovra sia finalizzata a rafforzare la difesa della regioni confinanti di Zaporozhie e di Dnipropetrovsk, però é più probabile che l’offensiva si sia bloccata perché a Kiev ci si é resi conti che non riusciva a sfondare. Il tedesco “Der Spiegel” é ancora più netto: nella parte orientale del paese il regime di Poroshenko ha subito una sconfitta militare. Il quotidiano cita un anonimo generale dell’Alleanza atlantica il quale ammette:”In termini militari Kiev ha perso il conflitto”. E questo, secondo il giornale, sta portando l’intera leadership della Nato a rivalutare con maggiore attenzione le avventate prospettive di un intervento.
Fonti: Agenzie, Der Spiegel