Dopo la fine della tregua, l’ “operazione antiterrorismo” delle forze militari di Kiev nella parte orientale del paese é ripresa anche con l’uso di carri armati, e la reazione del presidente russo Vladimir Putin si fa sempre più forte. Il capo dello Stato ucraino, Petro Poroshenko annuncia che le forze governative hanno ripreso un posto di frontiera, quello di Dovjanski che era stato occupato dagli insorti filo-russi nella regione di Luhansk . Secondo una dichiarazione della presidenza, “questa é la prima vittoria dell’ operazione anti-terrorismo”. Nonostante la forte pressione europea e russa, il controllo delle frontiere è uno degli obiettivi di Kiev che vuole impedire l’ingresso dalla Russia di uomini e materiali nelle aree ribelli . Nello stesso tempo “una massiccia offensiva aerea” é stata avviata nell’ Ucraina orientale, una regione abitata da sette milioni di russofoni : a dirlo è il portavoce del ministero della Difesa ucraino,Oleksii Dmytrachkivski.
Vladimir Putin ribatte con un giudizio senza appello: “ Poroshenko adesso é completamente responsabile della situazione non solo da un punto di vista militare, ma anche da quello politico”. Il presidente russo ha anche detto di aspettarsi “relazioni paritarie” tra il suo paese e l’Occidente, dopo aver difeso gli interessi geopolitici di Mosca nella crisi ucraina. “Se la Russia non l’avesse fatto, oggi la NATO sarebbe installata a Sebastopoli, la porta della Crimea, dove la flotta russa storicamente ha base” , ha continuato. Nello stesso spirito, il ministero degli Esteri russo, Lavrov ha detto che l’Occidente deve “smettere di usare l’Ucraina come merce di scambio nei giochi geopolitici.”
Nelle regioni orientali del paese intanto gli scontri hanno raggiunto un’intensità sempre più preoccupante: secondo testimonianze che arrivano da Donetsk e vengono riprese dal quotidiano “on line” ucraino “Pravda.com.ua”, un aspro combattimento si è svolto trenta chilometri a sud ovest di Donetsk intorno al villaggio di Mariinka. Un testimone ha dettodi avere visto entrare in azione anche carri armati del’esercito ucraino, però in alre zone la situazione è apparsa relativamente immutata rispetto agli ultimi giorni del cessate il fuoco, con molte scaramucce di cui entrambe le parti incolpano l’altra. Uno dei più gravi incidenti dalla fine del cessate il fuoco si è verificato nei pressi Kramatorsk nella regione di Donetsk, dove il fuoco di origine sconosciuta ha ucciso quattro persone e ne ha ferite cinque a bordo un piccolo bus, secondo l’amministrazione regionale, fedele a Kiev, citata dall’agenzia di stampa Interfax-Ucraina. In una strada alberata di Kramatorsk, circa 80 km a nord di Donetsk, un giornalissta della “France Presse” ha visto persone che esamionavano i crateri scavati da colpi di mortaio. “La gente era appena andata al mercato quando la sparatoria é iniziata – racconta una testimone – ho visto due cadaveri qui, due là e un quinto sull’altro lato della strada.”
A Donetsk si registrano altri scontri a fuoco nella tarda mattinata intorno al quartier generale della polizia regionale. I residenti dicono che la sparatoria è stata innescata da gruppi di ribelli ben armati che forse puntavano a liberare compagni detenuti dalla polizia. Secondo il ministero degli Interni ucraino, sette agenti di polizia sono rimasti feriti. Inoltre, a causa delle operazioni militari il traffico di autobus e auto é paralizzato in una grande parte della regione che i ribelli hanno ribattezzato “Repubblica popolare di Donetsk”
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Il mancato rinnovo del cessate il fuoco , solennemente annunciato dal presidente Poroshenk in un discorso televisivo alla nazione, certifica il fallimento di Mosca e delll’Unione rappresentata da Berlino e Parigi, che lunedì in una serie di colloqui telefonici si erano sforzate di farlo estendere.
Poroshenko dopo l’annuncio televisivo ha parlato al telefono con il cancelliere tedesco Angela Merkel, il presidente francese François Hollande ed il segretario di Stato americano John Kerry, per informarli della decisione. Il suo ministro degli Esteri, Pavlo Klimkin, ha trascorso parte della notte per chiamare uno dopo l’altro i suoi omologhi europei per spiegare la situazione. Nel suo discorso televisivo , ha dato colpa della situazione sui ribelli, che lui accusa di aver rifiutato il suo piano di pace ma nel discorso non ha menzionato la Russia, considerata da Kiev e dall’Occidente in gran parte responsabile per l’agitazione separatista. L’Ucraina non abbandona il piano di pace e potrebbe tornare a un cessate il fuoco se le altre parti converranno di attuarne i punti chiave.