Così Scajola aiutava il latitante
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Così Scajola aiutava il latitante

Grazie a diverse intercettazioni gli inquirenti sono venuti a conoscenza di rapporti fra l'ex ministro e la moglie di Matacena, Chiara Rizzo.

Così Scajola aiutava il latitante
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8 Maggio 2014 - 15.44


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Lo spostiamo in «un posto più sicuro e molto migliore, ma più vicino anche». È questa una delle frasi pronunciate dell’ex ministro Claudio Scajola, arrestato questa mattina, in una conversazione telefonica con Chiara Rizzo, moglie di Amedeo Matacena. La donna, secondo quanto appreso dagli inquirenti della Dia, stava cercando di ottenere l’aiuto dell’ex ministro ai fini del trasferimento del marito a Beirut, in Libano. Le conversazioni avvenivano, oltre che per via telefonica, anche via Viber e Skype. La telefonata risale al 27 dicembre del 2013 alle ore 12.12. Nella conversazione, sostiene il giudice per le indagini preliminari di Reggio Calabria, emerge che «alcuni soggetti si stanno attivando per spostare Matacena da Dubai verso altro Stato».

«Stiamo parlando della capitale, giusto? Che inizia con la L, no, che inizia con la B». È sempre la Rizzo a pralre Rizzo. La moglie di Matacena si corregge con le iniziali dopo che Scajola le dice «Beh, il paese con…».

Ma non c’è solo questo passaggio, scrive il gip nella sua ordinanza di custodia cautelare, a fare «comprendere che la città individuata da Scajola sia Beirut». In un’altra telefonata, infatti, l’ex ministro forzista, sempre parlando con la Rizzo, le dice: «ti ricordi di Beirut? Prova a concentrarti perchè passa così… [url”questi miei amici, quando sono andato a Beirut, poi sono venuti su… amici miei, l’ex presidente”]http://www.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=5782javascript:void(0)
1&typeb=0[/url], hai presente?».

Nella stessa telefonata Scajola poi prosegue: «ieri ho visto questo tizio e il discorso è venuto lì. Mi dice ‘noi siamo amici di là», poi ho capito perchè, perchè Beirut è una grande Montecarlo e Dubai è una grande Montecarlo, tanto per essere chiari. Io vado a Roma prima perchè domenica questo qui viene su, suo zio. Viene su lo zio e mi dice ‘stiamo a cena insiemè e devo trovare… va beh, basta, hai capito più o meno… devo dirti delle cose e devo sapere delle cose, se tu lo desideri, in modo che io possa trasmettere giusto, punto».

Nella sua ordinanza, il gip scrive che le investigazioni «vedono Scajola in pole position nell’impegno volto all’individuazione di uno Stato estero che evitasse per quanto possibile l’estradizione di Matacena o la rendesse quantomeno molto difficile e laboriosa. Tale Stato Scajola lo individuava nel Libano, impegnandosi con personaggi esteri di rango istituzionale per ottenere tale appoggio per tramite di importanti amicizie (Vincenzo Speziali ndr)».

Il gip cita poi un’informativa della Dia secondo la quale «la necessità di Matacena di trasferirsi dagli Emirati Arabi era generata dal timore che il 20 febbraio 2014 fosse emessa la sentenza nel procedimento pendente a Dubai, cui sarebbe potuta conseguire l’espulsione da quel Paese, con il rischio di essere tratto in arresto e trasferito in Italia per scontare la pena».

LE INTERCETTAZIONI
Telefonata 17 ottobre 2013

S: Claudio Scajola

C: Chiara Rizzo (moglie del politico latitante Amedeo Matacena)

S = Pronto?

C= Pronto?

S = Sono Claudio, ti disturbo?

C= No!

S = Brava.

C= Ti ho riconosciuto.

S = Ti disturbo?

C= No, che fai?

S = Senti … eeee, dovrei dirti un paio di cose …

C= Benissimo.

S = Ti ricordi di Beirut’?

C= Beirut?

Telefonata 12 dicembre del 2013

C= pronto?
S = eccomi!
C = allora?
S = Ti chiamo io perché devo dare delle risposte, tu non hai più richiamato e allora ti ho disturbato io.

C = Si, e allora, dimmi!

S = Senti, io devo dare le due risposte per laggiù, mi capisci vero?

C = Si
S = …e per quassù, mi sono fatto capire?

C = Ma perché, quaggiù e lassù non è la stessa cosa?

S = No, una è tua e una è sua, diciamo!

C = L’ho capito, ma non le possiamo fare lo stesso momento o no?

S = Si, si, si, no devo dare … ho detto, devo dare delle risposte

C = Ah, ho capito … no, io pensavo che devono.

S = No, no, no, devo dare delle risposte e ho delle cose…ho delle cose che devo chiederti, ecco, capito, per dare delle risposte

S = …altre cose da dirci?

C = No, niente di … ah, mi aveva chiesto anche lui per … che … se quello chiamava o no.

S = Eh, appunto è quello che ti volevo dire a voce!

C = Va bo’, poi te lo racconti… peroò dobbiamo dargli il numero

S = Tieni presente che…

C = però dobbiamo dargli il numero noi

S = Sì, che ho…però ti devo dire quello, allora te lo dico intanto adesso … qualcosetta che cerchi di capire, cerca di memorizzare quello che ti sto dicendo, eh, concentrati!

C = Sì sì
S = Si sposterebbe, hai capito?
C = Lui?
S = Sì
C = E non si può
S = Che quindi sarebbe … sì sì buono, buono, poi ti dico tutto…

C = Va’ bo’!

S = ..che quindi sarebbe un capolavoro

C = Ma sempre là n zona?

S = Eh?

C = Ma sempre là zona?

S = No, in un posto ancora più sicuro e molto migliore, ma più vicino anche

C = Meglio sarebbe… ma tu sei in grado, se lui dice che questa persona lo può spostare? Sì!

S = Sì, io ti dico … io adesso

C = alla…
S = …io ho lavorato, Ciccia, capisci?
C = Va bene, okay!
S = …ho lavorato grosso e adesso sto decidendo di andare a Roma…

Telefonata del 27 dicembre 2013

C= Dimmi tutto, allora …

S = Come va le cose, com’è, come sta lui?

C= Bene, bene, bene …

S = Si?

C = … diciamo bene … certo, ora bene perchè ci siamo tutti noi.

S = Uh! Sei riuscita un pò a parlare …

C= Ah, gliel’ho detto quel fatto!

S = … anche di quella ipotesi?

C= Si, si, si. Dice, se è sicura quella ipotesi, okay, non c’è problema.

S = Poi ti dirò, poi ti dirò tutti i particolari, allora, capito?

C= Certo.

S = Tutti i particolari!

C= Io mi … incomprensibile, l’ace sovrapposta … tutto quello dei particolari, quello che mi hai detto, glieli ho detti tutti, ce ne sono aggiuntivi? Nel frattempo sono cambiate le cose?

S = No, aggiuntivi … tutta la parte … la parte, diciamo, organizzativa tecnica, capito?

C= Ah, okay, va bene, va bene!

S = Lui è disponibile …

C= Ah. l’unica cosa che non aveva capito … si. si. si. si … stiamo parlando. comunque, sempre della capitale. giusto?

Certo, certo.

Esatto … che inizia con la L …

Bè, il paese con …

No. che inizia con la B!

S = Brava, ecco, perfetto.

C= Inizia con la B, volevo dire, scusami, ho sbagliato.

S = Perfetto … ecco … capito?

C= Okay, si, si, allora … giusto, okay.

S = Quindi a lui andrebbe bene come ipotesi … poi ti dirò tutti i particolari …

C= Se non ci sono … si. se non ci sono problemi. si ha detto!

S = Eh, si, certo, devono farlo con chi … cinquantamila attenzioni!

C= Cioè, rispetto … naturalmente è spaventato … ma io, infatti gliel’ho detto … certo, se no … okay.

S = Se no non ci sta!

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