Mosca, corsa all’oro nero croato
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Mosca, corsa all’oro nero croato

Il gigante petrolifero "Gazprom" non si lascerà scappare le gare indette da Zagabria per lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini, e guarda con interesse all’Ina<br>

Mosca, corsa all’oro nero croato
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11 Aprile 2014 - 08.44


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Non desta, certo, troppa sorpresa l’intervista rilasciata all’agenzia di Mosca “Interfax” da uno degli uomini chiave del colosso petrolifero Gazprom. È evidente che il gigante russo non si sarebbe mai lasciato scappare l’imminente corsa all’oro nero nei fondali marini croati, una ghiotta occasione per macinare ulteriori profitti. Un disegno, del resto, prospettato dalla maggior parte dei media croati, ma formalizzato solo mercoledì, con le dichiarazioni di Aleksandar Djukov, amministratore delegato di Gazprom Neft, il ramo del gruppo russo che opera nel settore dell’esplorazione e produzione di olio e condensati. “Parteciperemo a tutte le gare indette dal governo di Zagabria sullo sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas nell’Adriatico croato”, conferma Djukov, aggiungendo però alcuni dettagli illuminanti.

Ebbene, nonostante al momento non ci sia alcuna trattativa in corso, chiarisce l’amministratore delegato, Gazprom “potrebbe essere interessata” ad acquisire la quota di controllo della compagnia petrolifera croata Ina, detenuta attualmente dal gruppo magiaro Mol. “Siamo presenti in quasi tutti i Paesi dei Balcani e potremmo essere presto interessati ad acquisire le azioni necessarie per controllare l’Ina. Ma non c’è alcun negoziato in corso, e per ora ci limitiamo a partecipare alle gare per lo sfruttamento dei giacimenti, senza associarci in consorzio con altre compagnie”, spiega Djukov. Dopotutto, la partita per la cessione della quota di controllo dell’Ina negli ultimi mesi si è fatta sempre più difficile, aggravata dalla puntuale rinuncia di tutte le società che inizialmente avevano mostrato interesse, per poi dileguarsi rapidamente. È il caso, l’ultimo di una lunga sfilza, della compagnia petrolifera russa Rosnjeft, che fino a qualche settimana fa sembrava decisa a prendere le redini della società croata. Ma negli ultimi giorni il gruppo moscovita ha invertito drasticamente la rotta, interrompendo bruscamente i negoziati.

È molto meglio, per ora, investire risorse e capitali nell’operazione lanciata a fine febbraio dall’esecutivo croato, come ha ribadito più volte Djukov, e al momento Gazprom si occuperà esclusivamente di concorrere nelle gare per l’acquisto dei diritti minerari sottomarini. L’iniziativa di Zagabria si fonda sui rapporti stilati da due società specializzate nelle registrazioni sismiche, che rilevano forti ed estese concentrazioni di petrolio e gas lungo le coste croate, grazie ad analisi condotte monitorando e studiando la geologia dei fondali marini. Naturalmente, il governo croato si sta già fregando le mani al pensiero dei ricchissimi incassi, ma non sono pochi, però, gli analisti che mantengono il freno premuto sulla bontà dell’operazione. In primo luogo, non vi è alcuna certezza concreta sulla presenza di giacimenti petroliferi, che può essere confermata in pieno soltanto dall’estrazione. Inoltre di utili veri e propri si parlerà fra ben cinque anni, quando partiranno le trivellazioni nei fondali marini.

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