Papa Francesco: mi sento ancora un prete
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Papa Francesco: mi sento ancora un prete

In un incontro con il clero di Roma Bergoglio ha detto: non mi sento più di un prete, avrei paura di sentirmi più importante, ma se cambio ditemelo.

Papa Francesco: mi sento ancora un prete
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16 Settembre 2013 - 19.28


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«Io mi sento prete, davvero». Ha risposto così Papa Francesco nella cattedrale di San Giovanni in Laterano ai sacerdoti della diocesi di Roma, che gli hanno domandato cosa si senta ora che è Papa, visto che quando era arcivescovo di Buenos Aires diceva di sentirsi un sacerdote.

«Io mi sento prete, sacerdote, vescovo… mi sento così. E ringrazio il Signore per questo. Avrei paura – ha confessato Francesco – di sentirmi un po’ più importante. Sì, ho paura di quello, perché il diavolo è furbo e ti fa sentire che adesso tu hai potere, che tu puoi fare quello, che tu puoi fare quell’altro…».

Poi, rivolto ai sacerdoti: «Se voi vedete che ho perso, per favore ditemelo, ditemelo. E se non potete dirlo privatamente, ditelo pubblicamente, ma ditelo: “Guarda, convertiti!”. È chiaro, no?».

Un prete fatica davvero quando è in contatto con il suo popolo – «C’è una “fatica finale”, che si vede prima del tramonto della vita», anche per i preti. Papa Francesco lo riconosce, spiegando al clero della diocesi di Roma «questo succede quando il prete si interroga sulla sua esistenza; guarda indietro, al cammino fatto; pensa alle rinunce, ai figli che non ha avuto; e si chiede se ha sbagliato, se la sua vita è fallita». È «la fatica del cuore» che ha descritto al papa un anziano sacerdote, nella lettera che Francesco ha letto all’inizio dell’incontro con il clero romano.

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«La fatica del lavoro la conosciamo tutti, arriviamo alla sera stanchi di lavorare», ha premesso. Ma il Papa ha aggiunto che «quando un prete è in contatto con il suo popolo, fatica; quando un prete non è in contatto con il suo popolo, fatica ma male e per addormentarsi deve prendere una pastiglia…. Quando si fatica sul serio, per le esigenze del popolo, non sono necessarie le pastiglie».

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