Pintabona accusa: Lavitola ricattò Berlusconi
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Pintabona accusa: Lavitola ricattò Berlusconi

L'ex direttore de 'L'Avanti' Valter Lavitola durante la latitanza in Sudamerica chiese a Berlusconi un prestito di 5 milioni attraverso l'uomo d'affari Carmelo Pintabona.

Pintabona accusa: Lavitola ricattò Berlusconi
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14 Agosto 2012 - 19.36


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Una concessione di arresti domiciliari a Ferragosto difficile che faccia chiasso. Ma se a lasciare il carcere di Secondigliano è l’uomo d’affari e politico siciliano Carmelo Pintabona, accusato insieme con Valter Lavitola di estorsione ai danni dell’ex premier Silvio Berlusocini, il provvedimento fa pensare che lo stesso Pintabona non se ne sia stato zitto davanti ai magistrati. Gli arresti domiciliari li ha decisi il gip di Napoli, Dario Gallo. Per Pintabona è stato disposto l’obbligo di dimora nel comune di Brolo, in provincia di Messina. I pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock, titolari dell’inchiesta, avevano espresso parere favorevole.

Perché è importante il ruolo di Pintabona, perché importanti le cose che avrà potuto dire al magistrato? Il direttore dell’Avanti, Valter Lavitola durante la latitanza in Sud America fece arrivare a Berlusconi la richiesta di cinque milioni di euro, e lo fece attraverso l’amico e uomo d’affari Carmelo Pintabona. A confermarlo ai pm é stato lo stesso Pintabona durante gli interrogatori. La circostanza trova conferma nel provvedimento emesso oggi dal gip. Ai magistrati Pintabona avrebbe rivelato di essersi incontrato due volte, a gennaio. con Berlusconi.

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Incontri avvenuti nella villa dell’ex premier, ad Arcore. Pintabona ha spiegato che, su incarico di Lavitola, aveva rappresentato al “Dottore”, come Lavitola chiamava Berlusconi, la situazione di disagio e di difficoltà economica in cui Valter era venuto a trovarsi durante la latitanza. E per conto di Valter, ha precisato Pintabona ai magistrati, al Cavaliere nel corso di quegli incontri chiese 5 milioni di euro. Un”prestito”, di dice in questi casi. Berlusconi, comunque, a detta di Pintabona, rispose picche a quella richiesta.
Il contributo alla ricostruzione della vicenda, con il racconto dei due incontri ad Arcore, e un generale atteggiamento collaborativo, hanno fatto guadagnare a Pintabona gli arresti domiciliari.

I magistrati non si fermano alla confessione di Pintabona, adesso cercano riscontri al suo racconto. A proposito degli incontri con Berlusconi, Pintabona ha, comunque, negato di aver consegnato lettere di Lavitola all’ex premier. Ha invece riferito ai magistrati che, quando riferì al direttore dell’Avanti del rifiuto di Berlusconi, l’amico Valter si arrabbiò non poco. Secondo l’accusa, Lavitola dalla latitanza avrebbe estorto, o tentato di estorcere, grosse cifre di denaro a Berlusconi minacciandolo di dire tutto quel che sapeva sul caso Tarantini-escort, compreso i passaggi di denaro per zittire protagonisti e protagoniste.

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