Marina Berlusconi ascoltata dai pm di Palermo
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Marina Berlusconi ascoltata dai pm di Palermo

La figlia di Berlusconi è stata ascoltata per oltre due ore dai magistrati come testimone e parte offesa nell'inchiesta sui bonifici a favore di Dell'Utri.

Marina Berlusconi ascoltata dai pm di Palermo
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24 Luglio 2012 - 18.03


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Marina Berlusconi è stata ascoltata oggi dai pm di Palermo che indagano il senatore Marcello Dell’Utri per estorsione ai danni di Silvio Berlusconi. La figlia dell’ex premier è stata sentita come persona informata dei fatti e parte offesa. Anche perché è cointestataria con il padre del conto dal quale sarebbero partiti due prestiti in favore del parlamentare. Lo ha fatto sapere, attraverso una nota, ]l’avvocato Niccolò Ghedini: «La signora Marina Berlusconi, nella sua veste di persona offesa e di persona informata sui fatti pur contestando, su mia indicazione, la possibilità di essere assunta come testimone, e per la posizione del presidente Berlusconi nelle pregresse indagini proprio della procura di Palermo, e per la palese incompetenza territoriale di tale autorità giudiziaria, nonché per l’inopportunità di taluni pm che più volte avevano esternato giudizi, anche al di fuori delle funzioni giudiziarie, nei confronti della Fininvest e dell’onorevole Silvio Berlusconi, ha esaurientemente risposto a tutte le domande che le sono state poste».

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Alla figlia del Cavaliere i magistrati di Palermo (il procuratore Francesco Messineo, l’aggiunto Antonio Ingroia e i Pm Paolo Guido, Lia Sava e Nino Di Matte) hanno chiesto spiegazioni sui due bonifici di 362 mila e 775 mila euro fatti a titolo di prestito infruttifero, nel 2003, dal conto di cui era contestataria. Solo una piccola parte dei circa 40 milioni che Dell’Utri, secondo gli inquirenti, avrebbe ricevuto in 10 anni da Berlusconi. L’ ipotesi fatta dalla Procura è che il fiume di denaro sarebbe servito al fondatore di Fi a comprare il silenzio del senatore o che, attraverso il parlamentare, come già accaduto negli anni ’70, l’ex premier abbia fatto arrivare soldi a Cosa nostra per assicurarsi la protezione delle cosche.

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