Vatileaks, lo scandalo si allarga
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Vatileaks, lo scandalo si allarga

Coinvolti anche alti prelati nelle indagini sui corvi nei Sacri Palazzi. Mentre Benedetto XVI se la prende con la stampa e difende Bertone [Francesco Peloso]

Vatileaks, lo scandalo si allarga
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31 Maggio 2012 - 12.08


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di Francesco Peloso

Lo scandalo che scuote il Vaticano da giorni, le indagini sul cameriere del Papa, le voci ricorrenti su una furiosa lotta interna fra cordate diverse di cardinali, hanno indotto il Papa a un passo eccezionale: quello di parlare in pubblico, all’udienza generale, di quanto sta avvenendo nei sacri palazzi e nell’opinione pubblica. Il Papa ha difeso i suoi più stretti collaboratori, in primis quel Tarcisio Bertone dai media spesso indicato come l’oggetto di complotti e di tentativi di rovesciarne il potere.

Di fronte alla folla che l’ascoltava, Benedetto XVI ha difeso a spada tratta la Chiesa e la Curia vaticana ergendosi ancora una volta, di fronte al montare di una crisi travolgente come altre volte è avvenuto nel corso del pontificato quale estremo baluardo difensivo. Prima il Pontefice ha parlato della sua personale “tristezza” per gli avvenimenti “successi in questi giorni in Curia”, quindi ha precisato: “si sono moltiplicate illazioni amplificate da alcuni mezzi di comunicazione, del tutto gratuite e che sono andate ben oltre i fatti, offrendo un’immagine della Santa Sede che non risponde alla realtà”. E subito dopo ha affermato: “Desidero per questo rinnovare la mia fiducia, il mio incoraggiamento ai miei più stretti collaboratori e a tutti coloro che quotidianamente, con fedeltà, spirito di sacrificio e nel silenzio mi aiutano nell’adempimento del mio ministero”. Il Papa ha messo così in sicurezza il cardinale Bertone, gli altri membri della Segreteria di Stato il suo segretario personale don Georg Gaenswein e anche il personale che gli è più vicino.

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Durante l’udienza ha poi toccato significativamente il tema del perdono. Nonostante “i nostri rinnegamenti e le infedeltà”, “Dio non si stanca di avere pazienza con noi e con la sua immensa misericordia ci precede sempre, ci viene incontro per primo, è assolutamente affidabile questo suo ‘sì'”. Quindi pure di fronte ai tradimenti c’è la possibilità della misericordia, cioè del perdono. Una frase evocativa di quanto attende il maggiordomo? Si vedrà. Il Papa, da parte sua, ha fatto capire, evocando San Paolo, che non intende lasciare il suo posto. L’apostolo delle genti, ha affermato Ratzinger, “ha dovuto attraversare molte difficoltà e afflizioni, ma non ha mai ceduto allo scoraggiamento, sorretto dalla grazia e dalla vicinanza del Signore Gesù Cristo, per il quale era diventato apostolo e testimone consegnando nelle sue mani tutta la propria esistenza”.

E del resto lo stesso portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, a proposito dell’ipotesi di dimissioni messa in circolazione da alcuni media, ha parlato “di elucubrazioni personali di alcuni che non interpretano il pensiero della Chiesa universale”. Ma Lombardi ha anche fatto capire un’altra cosa importante, e cioè che presto la Santa Sede potrebbe chiedere una collaborazione alle autorità italiane nel proseguimento delle indagini. Si attende però la collaborazione del cameriere Paolo Gabriele, il maggiordomo che, col passare dei giorni, diventa, nel racconto di questa intricata vicenda, la pedina di un gioco più grosso nel quale invece potrebbero risultare coinvolti alcuni improntanti prelati di Curia, e poi laici in Vaticano e in Italia, con obiettivi e responsabilità differenti.

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