Conti in tasca senza Istat, welfare -63%, tasse +23
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Conti in tasca senza Istat, welfare -63%, tasse +23

Analisi del sindacato sui bilanci di previsione di 7.537 Comuni. Tagli alla spesa sociale. Mentre aumentano le tasse: +11% per l’imposta sui redditi e +12% di Tarsu.<br>

Conti in tasca senza Istat,  welfare -63%, tasse +23
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28 Febbraio 2012 - 09.39


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Lo Spi-Cgil ha effettuato un’analisi dettagliata dei bilanci di previsione dei comuni italiani. Il risultato di questa analisi viene presentato questa mattina a Roma, Il campione analizzato è significativo e riguarda 7.537 comuni distribuiti su tutto il territorio nazionale. Dall’analisi emerge un quadro definito “molto preoccupante”. Cala la spesa sociale e contestualmente, “è aumentata la pressione fiscale, che non ha portato però ad un adeguamento della spesa corrente e all’innalzamento del livello di copertura dei servizi”.

Il 2011, “annus horribilis” della politica sociale. “I Fondi nazionali per gli interventi sociali, infatti – precisa il sindacato – hanno perso il 63% delle risorse stanziate dallo Stato rispetto all’anno precedente. In particolare il Fondo per le politiche sociali -che serve a finanziare interventi di assistenza alle persone e alle famiglie- dal 2010 al 2011 è passato da 929,3 milioni di euro ad appena 273,9 milioni. Cancellato del tutto quello per la non autosufficienza per il quale era previsto uno stanziamento di 400 milioni di euro”.

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“Drastiche riduzioni, inoltre, al Fondo per le politiche per la famiglia (da 185,3 mln a 51,5 mln), a quello per le politiche giovanili (da 94 mln a 12,8 mln), a quello per l’infanzia e l’adolescenza (da 30 mln a 3 mln) e a quello per il servizio civile (da 299,6 mln a 110,9 mln). Una fortissima riduzione ha riguardato, infine, il Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, che porta benefici soprattutto alle persone anziane alle prese con il caro-affitti e che è passato da 143,8 mln a 32,9 mln”.

Tasse aumentate. L’analisi dei bilanci dei comuni mostra inoltre come nel 2011 si sia registrato un aumento dei tributi rispetto al 2010, passati da 355,5 euro a 418 euro pro-capite. A livello nazionale l’imposta sui redditi ha subito un aumento dell’11% mentre la Tarsu del 12%. L’Irpef ha subito aumenti maggiori a Roma (+82,5%), a Brindisi (+36,4%), a Bari (32%), a Napoli (15,6%) e a Firenze (15,2%). Casi limite sono quelli di Marsala, Carrara, Cremona, Lamezia Terme e Imola, dove gli aumenti hanno superato il 100%.

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Per quanto riguarda la Tarsu gli aumenti più sensibili si sono registrati nei Comuni capoluogo di provincia come Reggio Calabria (+64%), L’Aquila (+53%), Catania (35,4%), Lecce (+34%), Palermo (6%), Torino e Napoli (3%). Solo a Milano si è registrata una diminuzione del 4,3%.
In aumento del 7,2% anche le entrate extratributarie. I proventi di servizi pubblici (tariffe e compartecipazioni ai costi dei cittadini, multe) sono aumentati, invece, del 6%.

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