Lavitola conosce i segreti del sistema-escort
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Lavitola conosce i segreti del sistema-escort

Il tribunale del riesame conferma l'ordine di arresto nei confronti del faccendiere: è il depositario della conoscenza di molti punti oscuri. Ossia può inquinare le prove.

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8 Febbraio 2012 - 17.20


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Il faccendiere-latitante Valter Lavitola va arrestato e condotto in carcere perché nei suoi confronti ricorrono il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione di reati analoghi a quelli contestati: l’induzione a mentire all’autorità giudiziaria. Lo scrive il tribunale del riesame di Bari nelle 43 pagine del provvedimento con cui ha respinto l’istanza del difensore di Lavitola che chiedeva l’annullamento del provvedimento restrittivo emesso dal gip di Bari a carico dell’ex direttore dell’Avanti.

Lavitola è accusato, su istigazione dell’allora capo del governo Silvio Berlusconi, di aver indotto Gianpaolo Tarantini a rendere dichiarazioni false alla procura di Bari nel procedimento relativo alle escort che l’imprenditore barese ha portato negli anni scorsi nelle residenze del premier. Secondo quanto ha sempre sostenuto Tarantini, Berlusconi non sapeva che quelle donne fossero prostitute; secondo i magistrati baresi, invece, emerge dagli atti la consapevolezza dell’allora capo del governo di avere rapporti sessuali con delle escort.

Lavitola – secondo il tribunale – “è il depositario della conoscenza di molti punti oscuri che lo collegano alle persone informate sui fatti e agli indagati del presente procedimento e che, proprio grazie a tale conoscenza e alla condizione di latitanza, ben potrebbe influire sulle indagini tuttora in corso dinanzi a varie autorità giudiziarie” dato che su stralci del procedimento sono in corso indagini nelle procure di Roma e di Napoli.

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Secondo i giudici, il pericolo di inquinamento probatorio è concreto per Lavitola per due motivi: “per la capacità manipolatrice dell’altrui consenso manifestata nei rapporti tanto con Tarantini che con Berlusconi, oltre che per la grande disinvoltura nel mentire e dissimulare (…); sia, ancor più per i suoi rapporti di conoscenza e frequentazione con la maggior parte dei protagonisti della vicenda in esame di cui molti aspetti vanno ancora chiariti, tenendo presente che Lavitola è il depositario della conoscenza di molti punti oscuri che lo collegano alle persone informate sui fatti e agli indagati del presente procedimento e che, proprio grazie a tale conoscenza e alla condizione di latitanza, ben potrebbe influire sulle indagini tuttora in corso dinanzi a varie autorità giudiziarie”.

Sul pericolo di fuga, il tribunale ritiene che Lavitola disponga di “ampie conoscenze e coperture all’estero, sia in ambienti imprenditoriali che politici, grazie alle quali potrebbe agevolmente sottrarsi, come ha fatto finora, all’esecuzione di misure cautelari”. Sotto il profilo della reiterazione di reati analoghi a quello contestato, i giudici ritengono che il faccendiere abbia già dimostrato la propria capacità di “porsi come collaboratore e intermediario per il compimento di reati contro l’amministrazione della giustizia”.

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