L'America forcaiola si scopre innocentista per Amanda
Top

L'America forcaiola si scopre innocentista per Amanda

Da Seattle urla e entusiasmo per l'assoluzione della ragazza. Anche il Dipartimento di Stato si congratula: ma non una parola sulla povera Meredith.[Giovanna Botteri]

Amanda Knox
Amanda Knox
Preroll

redazione Modifica articolo

4 Ottobre 2011 - 10.50


ATF

da New York

Giovanna Botteri

Il processo visto dall’altra parte dell’oceano. In diretta, su tutti i grandi e piccoli network, un esercito di inviati americani racconta 24 ore su 24 un’unica verità. Quella di una ragazza pulita e ingenua di Seattle, giunta in Italia per studiare, e finita, innocente, in un ingranaggio micidiale, fatto di cattiva giustizia e di cattiva stampa. Da Seattle il gruppo “amici di Amanda Knox” ha raccolto moltissimi soldi per pagare i migliori avvocati, i periti, gli esperti, e la campagna mediatica per difendere la ragazza. Le sue parole nell’aula del tribunale li hanno commossi.

Tifoseria organizzata. “Venivano dal profondo del suo cuore”, dice Margareth, “hanno fatto finalmente capire chi è. Sento che andrà tutto bene”. Anche Curt Knox, il padre, è ottimista.”Quello che è venuto fuori ha cambiato molto le cose, anche per i giudici, e spero che il verdetto sarà quello che noi speriamo”. “Sono stato anch’io una vittima di questo pubblico ministero”, dice Doug Preston, che ha scritto un libro sul mostro di Firenze e che spiega da Santa Fe, New Mexico, come gli italiani non sanno fare indagini.

Leggi anche:  La crisi della narrazione nell'era digitale: il potere delle storie umane

“Fuga di mezzanotte”. Dalla sala stampa perugina, altri giornalisti raccontano il processo come fosse «Fuga di mezzanotte», l’americana innocente, di fronte ad un sistema che nega i diritti. A Seattle, aspettano ormai solo i verdetto. Avrebbero addirittura pronto un aereo privato per riportare Amanda a casa, subito, se venisse rilasciata. E così è stato. Un urlo di gioia esploso un attimo dopo la lettura della sentenza, lo stesso che a migliaia di chilometri di distanza scuoteva la famiglia Knox.

“Faccia d’angelo”. Alla fine un pianto liberatorio. “Amanda tornerà qui a Seattle martedì, e già la città e il gruppo che ha raccolto denaro e appoggi politici per la sua difesa si prepara ad accoglierla. “Ringrazio tutti quelli che ci hanno aiutato in questi anni”, ha detto Deanna Knox, “grazie a tutti”. Con la sorella e il resto della famiglia se n’é poi andata in casa di amici, dove hanno passato la notte, in attesa che l’ambasciata americana di Roma dia tutti i documenti necessari per il rapido volo di ritorno.

Leggi anche:  Geopolitica umana di Dario Fabbri: un'analisi profonda della complessità globale

L’applauso che stona. “Lo sapevo che doveva finire così”, dice la scrittrice Candice Dempesey, esperta del caso volata a Perugia. “Hanno fatto di Amanda un mostro”, dice Barbie Nadeau, anche lei autrice di un libro su Faccia d’angelo, “solo perché non accettavano il suo modo di vivere”. L’ultima battuta, in italiano anche per il pubblico americano, viene da Rocco Girlanda, della commissione giustizia della Camera, che ha accompagnato Amanda fuori dal carcere.

Piccola dimenticanza. Tra tanto rumore ed entusiasmo, manco una parola sulla povera Meredith Kercher, uccisa due volte.

Native

Articoli correlati