Mills: tagliati i testimoni, sentenza più vicina
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Mills: tagliati i testimoni, sentenza più vicina

Il 24 ottobre è fissato l'interrogatorio dell'avvocato inglese, il 28 quello di Berlusconi. Ghedini: "Qui la difesa non serve più a nulla".

Mills: tagliati i testimoni, sentenza più vicina
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19 Settembre 2011 - 16.59


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di Franco Pennello

È più vicina la sentenza sul processo Mills in cui è imputato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per corruzione in atti giudiziari. Sono infatti dieci i testimoni la cui audizione non è stata accolta dai giudici della decima sezione del tribunale di Milano.
“La sentenza così è più vicina”, ha spiegato il giudice nell’ordinanza.
Immediata la reazione polemica dell’avvocato del premier Niccolò Ghedini che ha commentato “Ormai la presenza della difesa è inutile”. Ora l’ultimo testimone da sentire è l’avvocato David Mills il 24 ottobre, mentre il 28 ottobre è fissato l’interrogatorio di Berlusconi.


Berlusconi lascia il tribunale in silenzio

Silvio Berlusconi ha lasciato il Tribunale di Milano – attorno alle 13,30 – dopo aver preso parte stamattina all’udienza sul processo Mills. E al contrario di quanto promesso all’entrata non ha voluto parlare con i giornalisti: al termine dell’udienza, non si è neanche avvicinato all’area riservata alla stampa e, quando ha lasciato il Palazzo di Giustizia di Milano, non è sceso dalla sua auto blu, ma si è rivolto a telecamere e flash alzando la mano in segno di saluto.
Al di là delle transenne, sistemate dalle forze dell’ordine per ragioni di sicurezza, nessun supporter di Berlusconi, soltanto fotografi, cameraman e giornalisti.
Il procedimento Mills vede imputato il cavaliere per corruzione in atti giudiziari.
Il premier è entrato a Palazzo di Giustizia in auto, senza fermarsi a salutare la folla, e solo una volta dentro si è fermato qualche minuto con i cronisti. A chi gli ha chiesto come stesse, il presidente ha risposto: “Io bene, voi invece avete brutte facce”, in tono scherzoso.
Berlusconi al momento non ha rilasciato altre dichiarazioni, dicendo che al termine dell’udienza forse avrebbe detto “qualcosa”.

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L’udienza di oggi

L’udienza prevede, in videoconferenza da Berna, la deposizione della testimone Maria De Fusco, amministratore del fondo Struie da dove passarono 600 mila dollari. Secondo l’accusa è la stessa somma che fu pagata dal premier all’avvocato inglese David Mills affinché dicesse il falso in due processi a carico del fondatore di Fininvest.

Il cambio di programma

Per essere presente alla ripresa del dibattimento dopo la pausa estiva, il presidente del consiglio ha cambiato in corsa la sua agenda. Ha annullato la trasferta a New York dove avrebbe dovuto partecipare all’assemblea dell’Onu con all’ordine del giorno il conflitto israelo-palestinese, la Libia, la Siria e l’Afghanistan.
Il cambio di programma sembra sia stato determinato dalla volontà di controbattere punto per punto alle accuse dell’opposizione dopo lo scandalo escort e l’inchiesta napoletana sulla presunta estorsione ai suoi danni.


Scaduto l’ultimatum dei pm di Napoli

A Napoli, intanto, è scaduto l’ultimatum dato dai pm a Berlusconi, che dovrebbe testimoniare sul caso Tarantini come parte lesa. Secondo gli inquirenti il presidente del Consiglio sarebbe stato vittima di un’estorsione da parte di Gianpaolo Tarantini (che procurava al premier ragazze per le sue feste), la moglie di quest’ultimo Angela Devenuto e il faccendiere Valter Lavitola.

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Le ragioni di Berlusconi

Dopo un tira e molla di alcune ore tra i legali di Berlusconi e la procura partenopea Berlusconi ha deciso di non presentarsi a Napoli, dicendo no anche alla possibilità, concessa dalla Procura, della testimonianza assistita. Dopo la pubblicazione di migliaia di intercettazioni imbarazzanti, Berlusconi ha scritto una lettera Il Foglio in cui spiegava le ragioni del suo rifiuto. L’inchiesta, secondo il premier, sarebbe un “trappolone mediatico” ai suoi danni.


La decisione del tribunale del riesame

Mercoledì si aprirà l’udienza davanti al Riesame a cui sono ricorsi Tarantini e Lavitola, in cui si dovrà decidere anche sulla competenza territoriale della procura di Napoli. Se la competenza resterà al capoluogo partenopeo, c’è la possibilità che i pm chieda al Parlamento di autorizzare l’accompagnamento coattivo di Berlusconi all’interrogatorio.

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