“Nella rete delle sette”: questa l’apertura di “Tv7” in onda venerdì 1° marzo a mezzanotte su Rai 1. Per la prima volta parla Laura, nome di fantasia, che con altre dieci persone ha denunciato un sedicente “santone”, ora imputato per violenze sessuali. In Italia sarebbero attive 500 sette che coinvolgerebbero fino a 4 milioni di persone. Gruppi di estrazione esoterica, che propongono cure psicologiche e fisiche, o traggono spunto dalla religione.
Per Bruno Zambon, agente della squadra anti-sette della Questura di Firenze, serve un aggiornamento legislativo. Dopo l’abolizione del reato di plagio, manca infatti una norma per punire la manipolazione mentale. A seguire, “Le mani sulla città”, con i Comuni di Anzio e Nettuno commissariati per infiltrazioni mafiose e l’insediamento della prima “locale” di ‘ndrangheta sul territorio romano.
La presenza della criminalità organizzata nella Capitale traspare in modo sempre più evidente dalle ultime inchieste. Alle udienze del maxiprocesso “Propaggine”, in corso in questi giorni, si può ascoltare come i nuovi boss della “’ndrangheta capitale” stessero penetrando nel tessuto economico della città. A Centocelle, a quattro anni dalla sequenza di attentati incendiari contro locali “scomodi”, i grandi investimenti sulla movida fanno capo anche a esponenti conosciuti di famiglie mafiose.
A raccontarlo, il gruppo di giornalisti indipendenti che per oltre un anno hanno mappato le attività nel quartiere, i titolari di una palestra incendiata, il Commissario straordinario insediato a Nettuno, e Libera, la grande rete antimafia che il 21 marzo quest’anno ha scelto proprio Roma come sede della Giornata nazionale in ricordo delle vittime delle mafie. E poi, “Erba: nuovo atto”. Il 1° marzo l’udienza per decidere il futuro di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo per i quattro omicidi dell’11 dicembre 2006, con una maxisala allestita al Tribunale di Brescia. Si deciderà sulla richiesta di revisione del processo. I due coniugi saranno presenti in aula e l’inviato di “Tv7” sarà sul posto.
E ancora, “Il fronte baltico”, reportage da Stati baltici e Finlandia, con le storiche paure che si intrecciano con gli allarmi dei servizi segreti occidentali: entro cinque anni la Russia fronteggerà la Nato. Tra espulsioni, monumenti abbattuti, bunker e muri da innalzare, sul Baltico si staglia l’ombra dell’imperialismo russo.
Si prosegue con “Il vecchio west”. Biden e Trump vincono le rispettive primarie in Michigan, ma sulla nuova sfida per la Casa Bianca incombono diversi fattori: la polemica sull’età di Biden, tanto che qualcuno non esclude la possibilità di una candidatura democratica alternativa dell’ultimo minuto, e i guai giudiziari di Trump che deve fare i conti anche con le insistenze dei moderati repubblicani.
Mentre il Presidente Usa minimizza (“Trump è vecchio quasi quanto me”), secondo i sondaggi il 70% degli americani implora un cambio generazionale. Si passa poi a “Cacciatori di aurore”, lo spettacolo dell’aurora boreale nel nord della Norvegia raccontato dall’inviato di “Tv7” a Tromsø, tra temperature artiche, giovani lavoratori italiani, l’incanto della luce verde che illumina le notti invernali del Nord Europa e antichissimi pensieri magici che si intrecciano a nuove opportunità di lavoro in un Paese all’avanguardia nella parità sociale e di genere.
E’ la volta de “L’onda di Dargen”, un’”Onda Alta” partita da “Dove si balla”. Dargen D’Amico a Sanremo, questione di ritmo e di pensieri in movimento. Il brano presentato al Festival è sul tema delle migrazioni. E il racconto del viaggio da sempre gli sta a cuore: “Non mi è facilissimo voltarmi dall’altra parte, anche perché la gran parte della mia famiglia – tra la Prima e la Seconda Guerra mondiale – si è spostata negli Stati Uniti”. In chiusura, “Come eravamo”: dagli archivi di “Tv7”, la storia della setta religiosa dei giurisdavidici, fondata alla fine del XIX secolo nelle campagne toscane intorno al monte Amiata e composta da semplici contadini.