Domenica In, Mara Venier si difende dopo le polemiche: "Niente censura, ecco perché ho fermato Dargen D'Amico"
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Domenica In, Mara Venier si difende dopo le polemiche: "Niente censura, ecco perché ho fermato Dargen D'Amico"

Così Mara Venier tornando alle polemiche dell'ultima puntata di `Domenica In´ e le accuse di aver «censurato» Dargen D'Amico sui migranti.

Domenica In, Mara Venier si difende dopo le polemiche: "Niente censura, ecco perché ho fermato Dargen D'Amico"
Mara Venier e Dargen D'Amico
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13 Febbraio 2024 - 23.03


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Si è trovata a gestire qualcosa molto più grande di lei oppure  ha voluto essere fin troppo aziendalista? “Come sto? Male. Soffro molto, perché mai in vita mia ho censurato qualcuno, né sono mai stata accusata di censura”.

Così Mara Venier, in un’intervista al Corriere della Sera, tornando alle polemiche dell’ultima puntata di `Domenica In´ e le accuse di aver «censurato» Dargen D’Amico sui migranti.

 «Perché l’ho interrotto? Perché eravamo in ritardo – spiega la conduttrice Rai – molti artisti dovevano ancora cantare, e quattro di loro non sono riusciti a farlo, infatti torneranno da me domenica. Si figuri se ho paura ad affrontare il tema dei migranti. L’ho fatto molte volte. Ora ho invitato Dargen D’Amico in trasmissione domenica prossima, spero che venga».

Domenica Venier ha letto un comunicato dell’ad della Rai, Roberto Sergio, in cui – dopo la frase di Ghali sul palco dell’Ariston «Stop al genocidio» – si ricordava l’aggressione subita da Israele il 7 ottobre, ma non le vittime civili di Gaza, e ha aggiunto: «Siamo tutti d’accordo».

 «Io sono una conduttrice Rai. Se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio. Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre? Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza», precisa Venier, ricordando che «a Roma io vivo nel ghetto. Conosco e sono vicina a molte persone della comunità ebraica. Il primo ruolo che ho avuto come attrice fu quello di Vanda, un’ebrea suicida dopo le leggi razziali, nel film con Alida Valli Diario di un italiano…». 

«Io piango per le mamme di Gaza che hanno perso i loro figli bambini, come piango per le donne ebree stuprate e prese in ostaggio. Piango per tutte le vittime civili. E se c’è qualcuno che al tema delle violenze sulle donne è sempre stata sensibile e ha sempre dato spazio, sono io. Vorrei che gli ostaggi fossero liberati. E vorrei che si fermassero i bombardamenti sui civili e si trovasse una soluzione politica. Mi riconosco nelle parole di Papa Francesco, nei suoi appelli alla pace».

Tornando sullo spazio dato agli artisti al Festival e il giorno dopo la finale a Domenica In, Mara Venier precisa: «Certo che gli artisti devono essere liberi di esprimersi. Però anche quello che dicono può essere discusso. E tutte le opinioni dovrebbero essere rappresentate. Domenica da me Ghali ha potuto parlare in piena libertà, ha risposto alle critiche dell’ambasciatore di Israele, ha concluso il suo ragionamento senza che nessuno lo interrompesse». Sul fuorionda in cui Venier ha detto ai giornalisti «non mettetemi in imbarazzo», Venier chiarisce: «Non ho zittito nessuno. L’imbarazzo non era per il tipo di domande, ma per i ritmi, il tempo che passava, gli artisti che stavano lì e dovevano cantare».

«Sicura. Il disagio mio era per il tempo, non per le domande. È ovvio che una domanda sull’immigrazione richiede una riflessione ampia, una risposta complessa, che non si risolve in trenta secondi. I giornalisti sono sempre stati i benvenuti nelle mie trasmissioni, e sono sempre stati liberi di fare le domande che ritenevano più opportune. Così è accaduto anche domenica scorsa: hanno chiesto a Ghali di Gaza, a Dargen D’Amico dei migranti. C’era una trasmissione da portare a termine, trenta cantanti da ascoltare. Ripeto: mi dispiace aver interrotto Dargen, lo aspetto domenica da me», prosegue.

«Ho pianto molto in questi giorni, ma questa definizione mi fa davvero sorridere. Se sono da trent’anni in tv, è perché non ho mai sposato una parte politica. Io mi rivolgo a tutto il pubblico, a prescindere dalle idee politiche di ciascuno, e rispettandole tutte. Da donna, sono contenta che ci sia una donna presidente del Consiglio. Ma continuerò ad ascoltare tutte le voci», rivela la conduttrice, che sul rischio di censura nella tv pubblica conclude: «Io non lo avverto. E poi, ripeto, nulla di più estraneo a me e alla mia vita della censura. Ho sentito mie molte cause, molte battaglie civili, a cominciare dai diritti delle donne. Da ragazza con Gabriella Ferri occupammo la vecchia pretura del centro di Roma, proprio per avere un posto dove riunirci noi donne Accetto le critiche, nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare; ma la censura, proprio no».

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