25 aprile: il Tg2 revisionista applica la dottrina La Russa e divide la Resistenza tra buoni e cattivi
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25 aprile: il Tg2 revisionista applica la dottrina La Russa e divide la Resistenza tra buoni e cattivi

Non potendo più nascondersi perché Giorgia Meloni a palazzo Chigi ha bisogno di una riverniciata al Tg2 sono stati bene attenti a dividere i partigiani tra buoni e cattivi. Dopo via Rasella un altro tentativo revisionista.

25 aprile: il Tg2 revisionista applica la dottrina La Russa e divide la Resistenza tra buoni e cattivi
Partigiane nei giorni della Resistenza
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25 Aprile 2023 - 14.57


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Resta solo da capire se i testi del Tg2 li abbia scritti Ignazio La Russa o qualche sua longa manus. Chissà

Ma la verità è che il Tg2, una testata del servizio pubblico che negli ultimi anni si è distinta per essere diventata il megafono di Salvini e Meloni (a Saxra Rubra li chiamavano TeleSalvini ai tempi del governo gialloverde mentre ora lo spazio che viene dato alla capa di Fratelli d’Italia è abnorme) ha colto l’edizione delle 13 del 25 aprile per rinchiudersi nella ridotta revisionista.

Al netto delle mezze parole di Giorgia Meloni, al Tg2 l’intero telegiornale si è attestato sulla linea di Fratelli d’Italia che – come nel caso di via Rasella – ha come obiettivo la denigrazione della lotta partigiana e il depotenziamento (se non la scomparsa) del valore dell’antifascismo, visto che c’erano i comunisti – dicono – ed era perfino peggio.

Una linea che, portata alle estreme conseguenze, è quella delineata dalla nostalgica fascista dichiarata Donazzan, un’altra che è al suo posto senza essere allontanata, a dimostrazione che la presa di distanze dal fascismo di Giorgia Meloni è puramente di facciata.

La Donazzan ha detto che l’antifascismo è la radice del terrorismo rosso, includendo perfino l’assassinio di Marco Biagi. Del resto La Russa e i suoi camerati hanno sempre detto di non volersi dichiarare antifascisti perché nel nome dell’antifascismo militanti dell’estrema destra sono morti negli anni di piombo.

E che ha fatto il Tg2? Nel servizio in cui si ricordava la partigiana Del Din della divisione Osoppo, lo zelante cronista ci ha messo in mezzo un falso storico che il prode La Russa ha più volte ripetuto in questi anni.
Ossia che tra i partigiani c’era chi voleva liberare l’Italia dal fascismo e chi voleva semplicemente sostituire una dittatura con un’altra.

Falso storico (va detto per l’ennesima volta) visto che comunisti e socialisti (allora uniti nel Fronte Popolare) sono stati tra i protagonisti della Costituente e che la Costituzione democratica che ci ha regalato libertà e diritti ha avuto tra i suoi firmatati il comunista Umberto Terracini, presidente della Costituente.

Senza considerare poi che quando il segretario del Pci fu vittima di un attentato da parte di uno studente di destra e molti scesero in piazza in uno spontaneo moto di protesta popolare, fu lo stesso Togliatti dal letto di ospedale a invocare la calma e a bloccare quella che poteva diventare una insurrezione. E perché? Perché il Pci aveva scelto la Costituzione democratica e non la dittatura e come tale sempre si comportò.

Si potrebbero dire altre 100 cose per confutare con facilità le menzogne della destra post-missina, la stessa che ha dato mostra della sua capacità di falsificare la storia raccontando l’azione partigiana di via Rasella alla rovescia tra sfondoni storici e intercettazioni bizzarre.

La seconda linea della ridotta revisionista è semplice: visto che Giorgia Meloni deve darsi due colpi di trucco politico, ricordiamo pure la Resistenza non solo dividendola tra buoni e cattivi ma anche rimarcando che nel Cln c’erano più anime.

Il che è vero. E una delle forze della Costituzione italiana è stata l’equilibrio che è stato raggiunto tra ideali comunisti, socialisti, azionisti, liberali e i cattolici popolari. Ma con il fascismo fuorilegge.

Ma siccome nessuno è fesso il messaggio del Tg2 era chiaro: la Liberazione non è “come qualcuno voleva far credere” solo di una parte.

E chi lo voleva far credere? Non uno storico serio, non un erede della tradizione socialista e comunista visto che comunisti e socialisti hanno sempre evocato il valore del Cln. Chi, allora? O chi ha dimenticato l’ex presidente Ciampi che ha sempre ricordato l’esercito che a Cefalonia e a Roma a porta San Paolo si rifiutò di passare con i nazisti e con i traditori fascisti? Nessuno.

In quale luogo di Roma si celebra il 25 aprile se non a Porta San Paolo? A destra lo ignorano, forse perché quella piazza l’hanno sempre evitata come la peste visto che da quelle parti si preferisce piazza Venezia.



Ma la linea del Tg2, appunto, è stata quella di delegittimare la parte maggioritaria della Resistenza e di voler far intendere che la sinistra non può evocare quella pagina tra i suoi meriti.

Se davvero la destra post-missina che è a sua volta la destra-post fascista piena di nostalgici che celebrano ancora la Marcia su Roma, tengono i busti del Duce a casa e fanno i saluti fascisti un giorno sì e l’altro pure fosse cambiata, forse il Tg2 avrebbe fatto una edizione diversa.

Potevano citare Giuseppe Saragat e Sandro Pertini, presidenti partigiani. Potevano dedicare un servizio a Pietro Calamandrei, un approfondimento su una delle tante vittime del nazi-fascismo. Potevano dire che erano i capo del Clnai che proclamarono l’insurrezione il 25 aprile del 1945. Zero.

In quello che dovrebbe essere un Tg del servizio pubblico in una festività nazionale ha prevalso la linea La Russa: non possiamo più difendere il fascismo ma almeno denigriamo la maggior parte della Resistenza che voleva solo sostituire una dittatura con un’altra. Falso. Indegno del servizio pubblico, sacrilego per i tanti che sono molti per la democrazia e la libertà dell’Italia.

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